Nosferatu il vampiro risorge in sala 95 anni dopo. Il capolavoro espressionista verrà proiettato al Museo del Cinema di Torino, dall’8 al 23 febbraio. Recentemente restaurata dalla Cineteca di Bologna, la pellicola simbolo del muto è il caposaldo del genere horror. Realizzato da F. W. Murnau nella Germania del 1921 (ma proiettato, per la prima volta, il 5 marzo 1922) racconta la storia immortale del Conte Orlok, il non-morto che semina pestilenza e assorbe la vita. Celebriamo il succhiasangue antesignano della celluloide con 10 misteri che aleggiano attorno alla sua terrificante ombra.
- Il film è ispirato al romanzo Dracula (1897) di Bram Stoker. Murnau fu costretto a modificare il titolo, i nomi dei personaggi (il Conte Dracula diventa il Conte Orlok) e le location (dalla Transilvania ai Carpazi, da Londra a Wisborg) per problemi legali legati all’opera. Per il protagonista, si opterà così per il nome “Nosferatu” che in romeno significa “non spirato”. Il regista fu comunque denunciato dalla vedova Stoker: perse la causa per violazione del diritto d’autore e fu condannato a distruggere tutti i rulli della pellicola. Fortunatamente, una copia “clandestina” fu salvata dallo stesso Murnau.
- Esiste una leggenda legata alla lavorazione del film, secondo la quale, Max Schreck (che, in tedesco, suona come “Massimo Spavento”) fosse un vero e proprio vampiro e non un attore teatrale.
- A questa fantasiosa ipotesi si è ispirato il lungometraggio di E. Elias Merhige, L’ombra del vampiro, con John Malkovich nei panni di Murnau e Willem Dafoe in quelli di Schreck.
- Secondo alcuni, sotto il trucco mostruoso del conte Orlok non si celerebbe Schreck, ma lo stesso Murnau, irriconoscibile.
- Molte scene con il Conte Orlok sono state girate durante il giorno e questo è, estremamente, evidente. Si scelse, dunque, di sfruttare il colore blu per camuffare le sequenze con il vampiro.
- L’horror fu bandito in Svezia. Il divieto è stato revocato, soltanto, nel 1972.
- Il film fu girato tra l’agosto e l’ottobre 1921 tra Germania, Slovacchia e Mar Baltico. Tutt’oggi, gli esterni nelle città tedesche di Wismar e Lubecca sono rimasti intatti.
- La creatura che viene definita un “licantropo”, è in realtà una iena.
- La psicoanalisi si è impadronita dell’opera per una lunga serie di elucubrazioni.
- Nel 1979, Werner Herzog ne trasse ispirazione per un remake, Nosferatu, il principe della notte, con Klaus Kinski.
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