Il Corvo, come è morto davvero Brandon Lee?

Il prossimo 11 maggio, saranno 30 anni dall’uscita in sala de Il Corvo. Il dark movie culto di Alex Proyas sul cui set, a otto giorni dall’ultimo ciak, fu ucciso il protagonista Brandon Lee.

Il Corvo si svolge a Detroit durante la Notte del Diavolo, che è la notte prima di Halloween. Basato sull’omonimo fumetto di James O’Barr, l’horror maledetto racconta la storia di Eric Draven. Un musicista rock che torna dall’Aldilà per vendicare la propria morte e quella della sua fidanzata Shelly Webster per mano di banda di narcotrafficanti. Guidato da un corvo soprannaturale e con la faccia dipinta da clown, Draven darà la caccia agli spietati assassini della sua amata. A incarnare l’anima tormentata del carismatico protagonista c’è il 28enne, Brandon Lee: promessa di Hollywood e figlio del mito del Kung Fu, Bruce Lee. Determinato a distanziarsi dai film di arti marziali, in cui ha tentato di ricalcare le orme del padre, Brandon affina le sue doti attoriali a New York con Lee Strasberg, prima di firmare per il ruolo che avrebbe dovuto dare una svolta definitiva alla sua carriera. Il film fu girato nei Carolco Studios, dei locali ricavati da una vecchia fabbrica di cemento a Wilmington, in North Carolina.

Come è morto Brandon Lee

Per un tragico scherzo del destino, l’assassinio (accidentale) di Brandon Lee avvenne durante le riprese della scena in cui il suo personaggio viene effettivamente ucciso. È la notte del 30 marzo 1993 ed è il momento di girare la fatidica scena in cui Eric, entrando nel suo loft, viene freddato dal colpo d’arma da fuoco di Funboy (interpretato da Michael Massee), il criminale della gang dai capelli biondi. La troupe del film, anziché acquistare proiettili a salve già pronti, decise di costruirli manualmente rimuovendo l’innesco e la polvere da sparo dai proiettili veri, così, violando le consuete procedure di sicurezza. La pistola che uccise Brandon, una 44 Magnum revolver, fu caricata con proiettili a salve (prive, cioè, di ogiva, che emettono il suono di uno sparo senza sparare alcun proiettile). L’arma a salve riuscì a spingere la punta di piombo del proiettile, precedentemente inceppata a metà canna in uno dei precedenti take, che colpì Lee all’addome a 4 metri e mezzo di distanza provocandogli una grave emorragia.

Al momento dello sparo, Lee fa scattare lo “squib”: un piccolo ordigno esplosivo progettato per dare l’effetto del proiettile fuoriuscito facendo, così, sgorgare il sangue finto dalla sua maglia nel modo più realistico in assoluto. L’attore cade a terra come da copione, ma la troupe pensò che stesse scherzando quando non si rialzò subito in piedi. Alex Proyas è il primo ad avvicinarsi al protagonista principale del suo film, accorgendosi subito che Brandon respira a malapena e perde sangue, troppo sangue, dal fianco destro.

La prima persona a capire che qualcosa era andato storto fu Eliza Hutton, fidanzata di Brandon e assistente alla produzione. Lanciò un urlo e si precipitò verso l’amato. Come i due protagonisti de Il Corvo, Eric e Shelly, Brandon ed Eliza sarebbero dovuti convolare presto a nozze (dopo aver terminato il film, il 17 aprile 1993 in Messico). Portato d’urgenza al New Hanover Regional Medical Center di Wilmington, Brandon Lee fu dichiarato morto dodici ore dopo, alle 13.04 del 31 marzo 1993, dopo cinque ore di intervento chirurgico e dopo aver ricevuto 60 unità di sangue. I medici troveranno nello stomaco del ragazzo l’ogiva del proiettile che si era conficcata vicino alla spina dorsale. Un frammento di ferro così minuscolo da non essere visto da chi aveva l’incarico di disarmare le armi, ma abbastanza grande da uccidere un uomo.

La scena della morte di Brandon Lee non si vede nel film

La famigerata scena fu ripresa da due diverse telecamere, ma non fu mai resa pubblica perchè sequestrata dalla polizia. Quella incriminata si trova all’inizio del film, quando Eric torna nel suo appartamento dopo la resurrezione e ha un flashback del suo omicidio. Ovviamente, della scena furono fatte più riprese, e solo l’ultima fu quella fatale. Per questo motivo, la scena della morte di Brandon non è veramente quella in cui è morto davvero, ma una di quelle girate in precedenza.

Brandon Lee resuscitato grazie alla tecnologia

Dato che mancavano solo otto giorni alla fine delle riprese del film, e a Brandon ne mancavano appena tre, si decise di completare Il Corvo grazie a due stuntman (Chad Stahelski e Jeff Cadiente) e ad un parziale riutilizzo del “girato” unito a tecniche di computer grafica, per un costo di 8 milioni di dollari. In totale 23 milioni di dollari vennero spesi per creare il film.

Le scene realizzate dopo il tragico incidente accaduto a Lee sono le seguenti:

  1. Eric torna per la prima volta nel suo appartamento. Una sequenza in cui Brandon avanza in un vicolo, durante la pioggia, è stata rielaborata per mostrarlo invece mentre entra dalla porta; sono state aggiunte gocce d’acqua provenienti dall’alto (imputabili ad una tubatura perforata) per giustificare il fatto che l’attore fosse bagnato. Tutta la restante scena in cui Eric viene disturbato dal ricordo del suo assassinio e dello stupro di Shelly (compresa la scena in cui Massee uccise Lee nella realtà) è stata interamente rifatta da uno dei suoi stuntman.
  2. La scena del trucco. L’attore è una controfigura e il volto di Brandon, visibile riflesso nello specchio rotto, è stato aggiunto in seguito, adeguatamente alterato.
  3. Le due parti quando Draven suona la chitarra sul tetto della sua abitazione.
  4. La scena dove il protagonista prepara la condanna a morte di T-Bird, riempiendo la sua auto di esplosivi. Draven, interpretato da una controfigura, non parla e non viene mostrato in volto e i brevi istanti in cui si nota il suo viso in primo piano fanno parte di una scena tagliata.
  5. Quando Sarah visita l’appartamento, il viso di Eric non viene mai inquadrato perché si tratta di una controfigura.
  6. Dopo aver ucciso Skank, Eric scappa sui tetti per sfuggire dalla polizia e viene aiutato dal poliziotto Albrecht. Il tutto venne girato da uno stuntman.

Cosa successe dopo

Linda Lee Cadwell, vedova di Bruce Lee e madre di Brandon, intentò una causa per negligenza contro il produttore Edward R. Pressman, l’attore Michael Massee (colui che fisicamente ha premuto il grilletto) e altri 12 imputati, che si concluse con un risarcimento in via extragiudiziale. La morte di Brandon fu catalogata come incidente. Massee alias Funboy non si riprese mai del tutto dal trauma di aver ucciso Brandon Lee, fino al momento della sua morte avvenuta nel 2016 per un tumore allo stomaco. Per tutta la vita, l’attore si rifiutò di vedere Il Corvo.

Oggi, Brandon Lee riposa accanto al padre Bruce al Lake View Cemetery di Seattle. Anche il padre morì sul set di un film, Game of Death (Il gioco della morte), per edema celebrale. In molti, però, sono convinti che dietro le misteriose scomparse di Brandon Lee e di suo padre Bruce ci sia un regolamento di conti da parte della Triade di Hong Kong per vendicarsi con Bruce Lee per aver svelato agli occidentali i segreti delle arti marziali.

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