Dopo aver terrorizzato gli spettatori del mondo intero, il regista di Hereditary sdogana i canoni dei film horror degli ultimi decenni con un horror alla luce del sole. Un incubo folcloristico ambientato in una comunità pastorale della Svezia impegnata nella celebrazione annuale del Midsommar, tra antichi rituali pagani e inquietanti misteri. Il film, però, è stato girato in Ungheria: per evitare problemi logistici (e la legislatura svedese), oltre che per godere di una maggiore illuminazione naturale. A Budapest, la produzione ha ricostruito la provincia dell’Hälsingland e il villaggio di Hårga, dove tutto accade nella finzione. Mentre il precedente Hereditary aveva come espliciti riferimenti il cinema demoniaco, dominato da Rosemary’s Baby, L’esorcista e Carrie, stavolta Ari Aster si inoltra nel sentiero del folk horror. Ecco, i cult che hanno ispirato il 33enne regista americano.
The Wicker Man (Robin Hardy, 1973)
Il colore del melograno (Sergej Iosifovič Paradžanov, 1969)
I racconti di Hoffmann (Michael Powell e Emeric Pressburger, 1951)
Dogville (Lars von Trier, 2003)
Scene da un matrimonio (Ingmar Bergman, 1973)
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