Insieme alla regista Alice Rohrwacher è l’unico italiano in lizza per gli Oscar 2023. Alla sua quarta nomination all’ambita statuetta, l’hair designer Aldo Signoretti è di nuovo in corsa per miglior trucco (Mark Coulier, Jason Baird) e parrucco nel biopic Elvis di Baz Luhrmann. Il grande regista australiano con cui collabora fin dai tempi di Romeo + Giulietta. Il suo lavoro per Moulin Rouge gli è valso la prima candidatura all’Oscar. Le sue altre due furono per Apocalypto di Mel Gibson e Il divo di Paolo Sorrentino.
Nella sua lunga carriera, Signoretti vanta collaborazioni con Luchino Visconti, Federico Fellini, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Martin Scorsese. Romano, classe 1954, figlio di un cascatore (stuntman), Signoretti ha frequentato i set cinematografici fin da bambino. A 28 anni, il primo incarico a Hollywood in Popeye di Robert Altman.
«Servivano un paio d’ore per trasformare Austin Butler in Elvis Presley». Racconta il mago delle acconciature. Poi prosegue: «Quando tocchi le icone come lui, uno dei visi più conosciuti della storia, serve tutta la cura ossessiva di un regista come Luhrmann. Per esempio, lui era biondo, anche per le parrucche di Austin Butler degli ultimi anni sono partito da capelli biondi tinti di scuro perché fosse meno netto. Parrucche di lunghezze diverse, perché andavo di pari passo con il suo stile, l’altezza i suoi colli, un po’ alla Maria Stuarda, complicato».