Accolto con grande entusiasmo da pubblico e critica, Nope il film che «trascende il genere horror» è atteso nei cinema italiani dall’11 agosto. L’ultima fatica dell’acclamato Jordan Peele, regista e sceneggiatore di Get Out e Us, ci porta in un ranch di cavalli a Hollywood guidato da due fratelli di colore, Emerald (Keke Palmer) e Otis Jr. Haywood (Daniel Kaluuya), l’unico gestito da neri.
All’inizio del film, la ragazza cita una pietra miliare nello sviluppo del cinema: Sallie Gardner at a Gallop nota anche come The Horse in Motion. La famosa serie di fotografie in sequenza del XIX secolo ad opera di Eadweard Muybridge e raffigurante un cavallo al galoppo. Emerald suggerisce che, siccome il fantino era afrodiscendente, il suo nome non potesse essere rivelato. Quell’attore pionieristico e stuntman, rivela, è il suo trisavolo. Quest’ultima parte è un’invenzione di Jordan Peele. L’uomo che cavalca il cavallo Sallie Gardner è identificato come G. Domm, un impiegato delle scuderie dove sono state scattate le foto.
L’iconica sequenza fotografica rappresenta la chiave di tutto il film di Jordan Peele. Lo scopo dell’esperimento di Muybridge era quello di determinare se un cavallo al galoppo alzasse, contemporaneamente, tutti i quattro zoccoli dal terreno durante la corsa poiché che l’occhio umano non può percepirlo, data la velocità del galoppo.
Attenzione Spoiler: In Nope, i due fratelli Haywood tentano di immortalare gli inafferrabili extraterrestri. Uno scatto impossibile con un soggetto che, come i cavalli di Muybridge, è troppo veloce per essere fotografato. E poiché l’UFO genera caos all’elettricità, durante il suo passaggio, gli Haywood devono avvalersi della tecnologia analogica, proprio, come Muybridge.