Cosa c’è da sapere su Black Phone, l’atteso horror con Ethan Hawke

Nelle sale, Black Phone. L’horror soprannaturale che segna la reunion tra il regista Scott Derrickson e l’attore Ethan Hawke, 10 anni dopo la collaborazione nel terrificante Sinister. La 51enne star di Hollywood si cala nella maschera demoniaca di un serial killer di adolescenti nell’America degli Anni 70. Tratto dal racconto omonimo di Joe Hill, figlio di Stephen King, il film arriva accompagnato dalla benedizione del Maestro del Brivido: «È come Stand by Me, ma all’inferno».

Influenzato da Rosemary’s Baby di Polanski e da La spina del diavolo di Guillermo del Toro, l’horror è un richiamo al genere nella sua forma più classica. La storia è quella di Finney Shaw (Mason Thames), un tredicenne che viene rapito da un sadico assassino nascosto dietro ad una nuvola di palloncini neri e una maschera kabuki con le corna da diavolo. Rinchiuso in un sotterraneo insonorizzato, il ragazzino inizia a sentire squillare il telefono sul muro che però è disconnesso. Finney si convince che sono le chiamate delle vittime precedenti che lo vogliono aiutare a fuggire.

Il 56enne regista ha stratificato la pellicola con materiale autobiografico, intrecciando dettagli della sua infanzia: “Sono stato in terapia per un paio d’anni, affrontando molti problemi relativi ai miei traumi infantili”. The Black Phone è ambientato a North Denver, dove è cresciuto Derrickson: “Penso di avere avuto 8 o 9 anni quando il mio vicino e coetaneo mi bussò alla porta. Stava piangendo ‘Qualcuno ha ucciso mia madre.’ Sua mamma era stata rapita, violentata, uccisa, avvolta in un filo telefonico e gettata nel lago locale” ha continuato il regista. Black Phone è, dunque, ispirato ad un evento tragico quanto raccapricciante del suo passato. Il film è prodotto dalla Blumhouse, casa di produzione di Jason Blum specializzata nell’horror/thriller che nel corso degli anni ha sfornato una serie di incredibili successi, da Paranormal Activity a Get Out.

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