Da marzo è disponibile sul catalogo Netflix il capolavoro Suspiria, l’horror di Dario Argento del 1977 inserito da Entertainment Weekly al 18esimo posto nella classifica dei film più spaventosi di sempre. Ispirato al romanzo Suspiria De Profundis di Thomas de Quincey, il classico del maestro del brivido ha dato origine alla «Trilogia delle tre madri» proseguita con Inferno e La Terza madre. Argento fu ispirato dal lato oscuro delle fiabe, dal cinema espressionista tedesco e dal Mario Bava di Sei donne per l’assassino. Protagonista di Suspiria, Jessica Harper: sulle punte dell’americana Susy Benner. Giovane ballerina all’accademia di Friburgo, covo di una congrega di streghe efferate. Sfoglia la gallery con le 10 curiosità dell’opera magna di Argento.
- Stregato dai suoi grandi occhi, Argento ingaggiò la 28enne Jessica Harper dopo averla vista ne Il fantasma del palcoscenico di Brian De Palma (1974).
- La Tanz Akademie di Suspiria è basata sulla Haus zum Walfisch (Casa della balena), un edificio storico tardo gotico di Friburgo in Brisgovia. A causa dei permessi negati, gli esterni dell’accademia di danza furono ricostruiti presso gli studi De Paolis a Roma.
- La scena della piscina è stata girata presso la Müllersches Volksbad di Monaco. Durante le riprese, Susy e Sara (Stefania Casini) nuotano nella vasca; il regista disse loro di muovere l’acqua il meno possibile, per conferire alla scena una calma inquietante.
- Principale riferimento stilistico di Argento fu il cinema espressionista tedesco, in particolare al lavoro di Fritz Lang e a Il gabinetto del dottor Caligari di Robert Wiene.
- Il regista dichiarò che a ispirarlo cromaticamente fu la visione di Biancaneve e i sette nani.
- Fu la compagna del regista, Daria Nicolodi ha introdurre nel film horror le caratteristiche «fiabesche» di racconti come Alice ne paese delle meraviglie e Barbablù.
- Argento fu particolarmente affascinato dalle storie raccontate alla partner da sua nonna Yvonne Loeb. Quest’ultima, celebre pianista di origine francese, le narrò le sue esperienze presso un istituto artistico e musicale francese che aveva frequentato durante un corso di perfezionamento e da cui era fuggita dopo aver scoperto che la didattica ufficiale era in realtà un paravento dietro cui si celava una vera scuola di magia nera.
- Argento girò con una pellicola a bassissima sensibilità per esaltare i colori primari (rosso, verde, oro), rimarcare la profondità di campo e rendere su schermo quello stesso effetto del Technicolor reso celebre ne Il Mago Di Oz (1939). Luciano Tovoli, storico della direttore della fotografia, lavorò con un numero elevatissimo di filtri e utilizzò quasi esclusivamente lenti anamorfiche per esasperare, anche visivamente, le architetture liberty degli edifici in cui si svolgeva la narrazione.
- Per gli effetti speciali, Argento ricorse ai trucchi visivi alla Méliès al fine di mantenere un tono artigianale.
- La scena in cui Sara precipita sul filo spinato fu realizzata in una vera stanza piena di fil di ferro. Le istruzioni di Argento all’attrice furono semplicemente di buttarsi sul filo e di provare a fare qualche passo. Tuttavia, Stefania Casini si provocò numerose escoriazioni.