Era il 1°maggio 1998 quando Il grande Lebowski approdò nelle sale italiane. Scritto, prodotto e diretto da Joel ed Ethan Coen, il grottesco noir si guadagnò col tempo lo status di cult. Merito di personaggi memorabili come il Drugo di Jeff Bridges, una sceneggiatura pazzesca e grandi prove attoriali (su tutti John Goodman, Steve Buscemi e John Turturro). Nel 2008, è stato inserito al 43esimo posto tra i 500 migliori film della storia dalla rivista Empire. La trama è parzialmente ispirata al romanzo Il grande sonno di Raymond Chandler. Ma Joel Coen citò Il lungo addio di Robert Altman come influenza primaria del film.
Dal 2002, ogni anno, a Louisville si svolge il Lebowski Fest, una celebrazione che ospita visioni collettive del film, concerti e raccoglie sosia dei protagonisti del film.
Vi è una sottile citazione del disneyano La bella e la bestia nella scena in cui Brandt, nella immensa villa del magnate Lebowski, dice a Drugo “è successa una cosa terribile, il signor Lebowski si è chiuso nell’Ala Ovest”: l’Ala Ovest era la zona proibita del castello della Bestia.
In un episodio della serie tv Misfits (“Infinite possibilità”) viene riproposta la medesima scena di presentazione del personaggio di Jesus, con la medesima colonna sonora, interpretata da Nathan, il quale, al contrario di John Turturro, sbaglia rigorosamente mira.
In tutto il film, non si vede mai Drugo giocare a bowling.
Molti dei vestiti che indossava il Drugo erano di Jeff Bridges. La parola ‘fuck’ con le relative variazioni è pronunciata 281 volte; inoltre il Drugo dice la parola ‘man’ 144 volte, ovvero 1,5 volte al minuto.
Nel 2005, negli Stati Uniti, è nata una nuova religione ispirata al protagonista del film, detta Dudeismo, che esalta la pigrizia e persegue un approccio che rifiuta il frenetico impegno e l’insoddisfazione. Nel mondo si contano oggi più di 220.000 ministri dudeisti e il 6 marzo è riconosciuto come il loro giorno sacro: The Day of the Dude.