L’Esorcista, il classico di William Friedkin, torna nelle sale (il 25-26-27 settembre) nell’inedita versione restaurata Director’s Cut 4K per celebrare il suo cinquantenario. Approdato sul grande schermo il 26 dicembre 1973 diventò, a dispetto della censura, l’horror di maggiore incasso nella storia del cinema con 440 milioni di dollari al botteghino. La pellicola generò due sequel, e una serie prequel nel 2016. Il 13 ottobre, mezzo secolo dopo, arriverà nelle sale il reboot: L’esorcista – Il credente dal regista David Gordon Green, nel quale torna anche la 90enne Ellen Burstyn, nello stesso ruolo dell’originale, Chris MacNeil, allora giovane madre della bambina indemoniata, interpretata dalla piccola Linda Blair. Un sequel che Friedkin, scomparso lo scorso 7 agosto all’età di 87 anni, non avrebbe mai voluto in quanto amava troppo il suo film.
50 anni dopo, L’esorcista è ancora la pellicola più spaventosa di tutti i tempi per molti motivi. A partire dal suo approccio documentaristico: Friedkin aveva esordito, per l’appunto, con il docu The People Vs. Paul Crump che ha contribuito a far uscire un uomo dal braccio della morte. Si avvicinò al romanzo dello scrittore e sceneggiatore William Peter Blatty, il quale attinse da un articolo del Washington Post del 1949 che riportava un caso di reale esorcismo praticato su un 14enne di nome Roland Doe a Silver Spring, nel Maryland, da parte del sacerdote Raymond Bishop. L’adolescente Roland Doe diventò, così, la 12enne Regan MacNeal: l’imprecante bambina posseduta dal demone Pazuzu che ha, disperatamente, bisogno di un esorcismo. Friedkin scelse di affidarsi ad un cast poco riconoscibile, compreso lo svedese Max Von Sydow: l’attore preferito di Ingmar Bergman che incarnerà l’indimenticabile padre Merrin. Il regista della New Hollywood si avvalse dell’iconico tema musicale di Mike Oldfield da Tubular Bells e di effetti speciali artigianali firmati da Marcel Vercoutere (Un tranquillo weekend di paura) e dall’astro nascente Rick Baker (non accreditato), e del make up artist Dick Smith (Il Padrino).
Tra teste rotanti, vomiti a spruzzo e scalinate a ragno, ancora oggi la scena più raccapricciante de L’esorcista resta quella in cui Regan viene sottoposta ad un angiografia: alla piccola protagonista le viene infilato un ago nel collo e il sangue fuoriesce a zampilli. Una sequenza che, all’epoca, destò molto scalpore. Friedkin decise di assistere personalmente all’esame in ospedale, scritturando un vero staff medico per eseguirlo. Gli esami riprodotti nel film sono, quindi, svolti seguendo le procedure reali (anche se sono ovviamente finti).
Friedkin ci crede, eccome, al diavolo. Nel 2017, realizzò un documentario intitolato The Devil and Father Amorth in cui riprese il nono esorcismo di Padre Gabriele Amorth su una donna di Alatri; Amorth è stata l’ispirazione per il recente horror con Russell Crowe, L’esorcista del Papa.
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