La Sirenetta, le origini queer della celebre fiaba che ha ispirato Disney

Tutti conosciamo la storia de La Sirenetta, il classico d’animazione (con alcune idee prese dal fantasy sovietico degli Anni’70) dalla fiaba di Hans Christian Andersen che, oggi, torna nelle sale nella versione live action con Halle Bailey. Al contrario dell’adattamento disneyano, nel racconto originale non esiste un lieto fine. Perché, Ariel non riesce ad ottenere l’amore del principe e si trasforma in schiuma del mare.

Dietro le pagine di Andersen, però, c’è molto di più che una storia per bambini. La Sirenetta è una favola sul dolore del sentirsi diverso. Fu scritta, infatti, dopo che l’autore danese si dichiarò all’amico Edvard Collin, quando seppe che si stava per fidanzare con una donna.

Nel 1989, centocinquantadue anni dopo la pubblicazione de La Sirenetta, arrivò nei cinema di tutto il mondo il cartone apripista del Rinascimento Disney al quale collaborarono un gran numero di artisti LGBTQIA+ come il paroliere gay Howard Ashman, vincitore dell’Oscar (con Alan Menken) per Under the Sea, morto di AIDS nel 1991.

Come non menzionare la tentacolare villan Ursula: personaggio che, non a caso, fu ispirato alla famosa drag queen Divine.

La statua di bronzo della Sirenetta accoglie da più di un secolo i viaggiatori che arrivano al porto di Copenaghen e a tutti loro ispirano beltà, amore e al tempo stesso tristezza. Sempre seduta sopra lo scoglio in attesa del suo principe che mai giungerà.

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