La maschera di cera, i 90 anni del protohorror di Michael Curtiz

Il primo, l’originale. Nell’innovativo Technicolor bicromatico (col verde e il rosso, in varie tonalità). Michael Curtiz, che dieci anni dopo dirigerà Casablanca (in bianco e nero!), firma questo protohorror dalla pièce teatrale di Charles S. Belden. Un classico delle atmosfere gotiche, impreziosito dalle suggestive scenografie che rimandano all’espressionismo tedesco. Protagonista di Mystery of the Wax Museum l’attore Lionel Atwill, già scienziato pazzo nel precedente Doctor X, nei panni del malvagio scultore Ivan Igor che da vita alle sue maschere colando la cera direttamente sui cadaveri. Accanto a lui, Glenda Farrell e la scream queen di King Kong, Fay Wray.

Curiosità:

Le figure di cera sembrano persone reali perché SONO persone reali. Si dovevano utilizzare delle statue di cera, ma le luci del bicromatico le facevano sciogliere e sono state immediatamente sostituite con degli attori.

Si credeva che la versione a colori fosse andata perduta fino alla fine degli anni settanta, quando la stampa personale di Jack L. Warner fu riscoperta a casa sua.

Il set dell’obitorio è stato riciclato dal set del laboratorio nel precedente Doctor X (1932), anch’esso un film horror in Technicolor a due strisce diretto da Michael Curtiz e interpretato da Lionel Atwill e Fay Wray.

Remake:

  • La Maschera di Cera (1953) con Vincent Price per la regia Andre De Toth.
  • Un secchio di sangue (1959) black comedy di Roger Corman che trae spunto dalla pièce di Belden.
  • Il mulino delle donne di pietra (1960) il primo film horror italiano girato a colori, prende in prestito la stessa trama di base (sebbene i cadaveri ricoperti di cera siano collocati in una macabra giostra invece che in un museo).
  • Lo strangolatore di Baltimora (1966) questo era il pilota per una serie tv invenduta intitolata House of Wax e basata sull’omonimo film del 1933.
  • La Maschera di Cera (2005) il film slasher diretto da Jaume Collet-Serra con Elisha Cuthbert, Chad Michael Murray e Paris Hilton.
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