Dopo aver trionfato al David di Donatello, con ben 7 statuette, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti è tornato nelle sale cinematografiche. Il biopic con Elio Germano, premiato al Festival di Berlino e vincitore del quarto David in carriera, celebra la figura tormentata e creativa dell’artista emarginato Antonio Ligabue.
Per dare volto al pittore naïf, l’attore si è sottoposto a quattro ore al giorno di trucco prostetico con la stessa équipe che ha avuto Pierfrancesco Favino per Buscetta ne Il Traditore. «Fare il brutto o il matto per vivere una umanità che il personaggio trasmette».
Per incarnare l’artista e scultore nato a Zurigo da genitori italiani, Elio Germano ha dovuto lavorare molto di fantasia: «Qualcuno lo ha filmato nella fase finale della sua vita e attualmente ci sono giusto 10-15 minuti da vedere su internet. Quel breve filmato è stato molto importante, una grande fonte di ispirazione», ha spiegato l’attore. «Poi ci sono alcune registrazioni della sua voce, ma abbiamo potuto affidarci soprattutto a molti racconti della gente che lo conosceva e che aveva convissuto realmente con lui». Poi, continua :«Ligabue parlava in un dialetto spesso incomprensibile, in cui mescola lo svizzero, il tedesco e l’emiliano».
Prima del biopic di Giorgio Diritti c’era il Ligabue di Salvatore Nocita, sceneggiato andato in onda nel 1978 su Rai1 con Flavio Bucci.