Oltraggioso, grottesco e stranamente divertente, The Substance è il film dell’anno. Palma d’argento per la miglior sceneggiatura a Cannes, il body horror femminista della francese Coralie Fargeat approda al cinema sette anni dopo l’entusiasmante rape movie Revenge.
La pellicola con protagonista una Demi Moore in odore di candidatura all’Oscar racconta la storia di una star di Hollywood di nome Elisabeth Sparkle che, dopo aver superato i 50 anni, viene licenziata perché considerata troppo vecchia. In preda alla disperazione, si sottopone ad un trattamento estetico illegale chiamato The Substance che la trasformerà in un esemplare più giovane e più sexy di nome Sue (Margaret Qualley).
La regista e sceneggiatrice parigina lavora con uno stile da grandangolo, da exploit, che potrebbe essere descritto come un cartone animato grindhouse alla Kubrick, una sorta di omaggio ad Arancia Meccanica. Fargeat predilige i primi piani con suoni corrispondenti aspirando a Brian De Palma. Abbiamo visto decine e decine di adattamenti di Jekyll e Hyde, ma Fargeat, lo fonde con Showgirls di Paul Verhoeven.
Oltre a ciò, le immagini di Fargeat ricordano il mostro che esplode e si contorce ne La cosa di Carpenter, il ballo di fine anno sanguinario di Carrie e la dipendenza trasformata in terrore di Requiem for a Dream di Aronofsky. The Substance è un omaggio al cinema body horror di David Cronenberg, in particolare da La Mosca, remake de L’esperimento del dottor K., e Rabid – Sete di sangue.
In Operazione Diabolica di John Frankenheimer, un uomo di mezza età si sottopone ad un’operazione chirurgica totale che cambia il suo aspetto e lo trasforma in un ragazzo giovane e attraente. Fargeat inverte il genere di questa premessa, ci butta dentro un po’ di pseudoscienza genetica e di disgusto, aggiunge colori brillanti sfornando una satira su Hollywood.
C’è una sequenza in Shining di Kubrick in cui Jack Torrance (Jack Nicholson) vede una bellissima ragazza emergere nuda dalla vasca da bagno nella stanza 237, solo per vederla trasformarsi tra le sue braccia – e nello specchio – in una vecchia megera cadente e deperita. In un certo senso The Substance, con le sue numerose scene nelle toilette e davanti agli specchi, e con lo slittamento della sua protagonista tra giovinezza e invecchiamento, ripropone quella sequenza a lungo.
La creatura ibrida Elisasue, nella scena culminante di The Substance, tra in parte ispirazione dal raccapricciante fratello siamese del protagonista di Basket Case, il bizzarro film di Frank Henenlotter. La testa-mostro di Elisasue, realizzata dal make-up artist Pierre-Olivier Persin, è invece basata su quella di The Elephant Man, il dramma vittoriano di David Lynch.










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