Megalopolis, kolossal-testamento di Francis Ford Coppola

Debutta in concorso a Cannes 77 Megalopolis di Francis Ford Coppola. Epopea fantascientifica in gestazione da più di 40 anni, durante i quali ha attraversato innumerevoli riscritture, ritardi e false partenze. Esiste, ora, solo perché il grande maestro 85enne ha sacrificato parte delle sue vigne dorate in California per finanziare questo visionario kolossal, quando nessun altro lo avrebbe fatto. Ma Megalopolis sarà l’ultimo capolavoro del titano della New Hollywood, o si rivelerà un gigantesco flop-testamento?

«La più grande paura è quella di fare un film davvero merdoso, imbarazzante e pomposo su un argomento importante, e lo sto facendo», dichiarò Coppola nel 1978. Il film era Apocalypse Now, uno dei più grandi mai realizzati nella storia del cinema.

Parte di quella storia è stata la reputazione di Coppola: un pazzo, un intrepido, pronto a rischiare tutto, anche di finire sull’orlo della bancarotta, per amore della Settima Arte. La realizzazione del manifesto della guerra del Vietnam ha cementato quella leggenda – la follia della giungla, il clima improbabile e gli attori spinti al limite – catturata da sua moglie, Eleanor, nel documentario del 1991 Viaggio all’inferno. L’approccio anti-establishment di Coppola ha prodotto alcuni dei più grandi trionfi del cinema (La trilogia del Padrino, La conversazione, Dracula) ma anche alcuni dei suoi peggiori fallimenti (Un sogno lungo un giorno, Cotton Club).

Mixando classici sci-fi come Metropolis (1927) di Fritz Lang e La vita futura (1936) dal romanzo di H. G. Wells a un episodio storico come la Cospirazione di Catilina, Coppola ci porta in una New York post-apocalittica che potrebbe rivedere la luce grazie al sogno retro-futurista di un geniale architetto interpretato da Adam Driver. Percchato, che il suo ambizioso progetto venga ostacolato dal corrotto sindaco Giancarlo Esposito. Fanno parte del cast corale anche le star: Nathalie Emmanuel, Aubrey Plaza, Shia LaBeouf, Jon Voight, Laurence Fishburne, Jason Schwartzman e Dustin Hoffman. Pochi giorni prima del suo debutto a Cannes, alcuni dei membri della sua troupe stanno mettendo in discussione i metodi di Coppola.

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