Il 1° marzo 1973, i Pink Floyd pubblicavano The Dark Side of The Moon. L’album più rivoluzionario della storia del rock. 40 minuti epici di musica, questo era il tempo massimo consentito dal vinile, in cui Roger Waters, David Gilmour, Richard Wright e Nick Mason affrontavano tutti i più importanti temi dell’esistenza, il tempo, il denaro, la pazzia. Quest’ultima, ovviamente, legata alle condizioni di Syd Barrett, il «Crazy Diamond» che aveva fondato la band e poi se ne era allontanato.
La copertina è una delle più iconiche della storia del rock. Creata dal graphic designer inglese George Hardie con il contributo di Storm Thorgerson e Aubrey Powell dello studio Hipgnosis, rappresenta un raggio di luce bianca che, attraverso un prisma, si scompone nei suoi colori costituenti, rosso, arancione, giallo, verde, blu e viola. All’interno della copertina il raggio forma il battito cardiaco dello spettro luminoso che richiama quello che apre l’album.
Se osserviamo bene, nella cover manca uno dei 7 colori ossia l’indaco. Non si tratta di un errore ma fu una scelta dello studio Hipgnosis che, per esigenze grafiche, ha dovuto eleminarlo dalla cover perché troppo simile al viola.