Lo scorso venerdì è arrivato su Netflix, Bardo. Il nuovo, atteso film di Alejandro Gonzalez Iñárritu, il più personale nella carriera del cineasta messicano vincitore di 5 Premi Oscar. Bardo, La cronaca falsa di alcune verità è un viaggio surreale, un ritorno al suo paese per raccontare una storia con risvolti autobiografici. La pellicola è stata presentata alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di, dove era candidata al Leone d’oro al miglior film.
Di cosa parla?
Il film racconta il viaggio intimo e commovente di Silverio Gama, un famoso documentarista messicano residente a Los Angeles che, dopo essere stato insignito di un prestigioso riconoscimento, decide di tornare nella sua terra d’origine, ignaro che questo viaggio lo porterà al limite esistenziale. Iñárritu ha puntato molto sulla sensorialità e ha mostrato il suo lato più sperimentale, lasciando da parte le formule più hollywoodiane usate in Birdman e Revenant.
Chi è il protagonista?
Il protagonista è interpretato da Daniel Giménez Cacho. Il prolifico attore spagnolo naturalizzato messicano visto ne La mala educación di Pedro Almodóvar (2004), Il presidente (2017) e Siberia di Abel Ferrara (2020).
Chi l’ha creato?
Inizialmente intitolato «Limbo», Bardo è il primo film di Iñárritu dai tempi di Amores perros girato e prodotto interamente in Messico, nonché il primo in lingua spagnola da Biutiful (ambientato a Barcellona). Sempre dai tempi di Amores perros, è la prima volta che il regista messicano torna al montaggio di una sua stessa pellicola, firmando per la prima volta anche la colonna sonora insieme a Bryce Dessner. Dopo una parentesi col digitale con Birdman e The Revenant, Iñárritu è tornato a girare su pellicola, questa volta su formato 65mm.