Non è un altro «film sugli schiavi». La serie Prime Video di Barry Jenkins (regista della pellicola premio Oscar Moonlight), tratta dal romanzo Pulitzer di Colson Whitehead, è toccante, dolorosa e bellissima.
È il racconto della fuga di Cora, schiava in una piantagione, attraverso The Underground Railroad, letteralmente La Ferrovia Sotterranea, cioè una rete che migliaia di schiavi neri utilizzarono nell’Ottocento per scappare dagli stati schiavisti e arrivare in Canada.
Le canzoni, attraverso le quali gli schiavi si lanciavano messaggi in codice, giocavano un ruolo fondamentale nel pianificare la fuga.
La canzone più famosa è Wade in the water che suggeriva, in modo cifrato la fuga attraverso i corsi d’acqua per evitare che i cani seguissero l’odore. Il brano fu portato al successo negli anni 60 in una versione strumentale dal Ramsey Lewis Trio ma ripreso anche da Bob Dylan.
Nel 1961, John Coltrane inserì nell’album Africa/Brass un pezzo intitolato Song of the underground railroad, dedicato alle vicende raccontate.