Chi ha incastrato Roger Rabbit, 21 curiosità sul cult che ha infranto le regole dell’animazione

30 anni fa usciva nelle sale il film che zio Walt non avrebbe creduto ai suoi occhi (nel vedere Topolino dividere lo schermo col Bugs Bunny della concorrenza). Chi ha incastrato Roger Rabbit è il «canto del cigno dell’analogico» nonché capolavoro in tecnica mista che infranse tutte le regole dell’animazione. Da allora Mary Poppins non sarebbe stata più la stessa. Frutto del connubio Disney-Spielberg (la prima con la Touchstone Pictures e il secondo con la Amblin Entertainment), film è ispirato dal romanzo di Gary K. Wolf. Il regista di E.T. decise di affidarne la mastodontica regia all’amico Robert Zemeckis che era, appena, «ritornato dal futuro». Con un budget record per l’epoca di 70 milioni di dollari (corrispondenti ai 147 attuali), la pellicola-nostalgia si collocava nel 1947: epoca in cui cartoon si stavano avviando sul viale del tramonto. Eccovi, 21 incredibili curiosità sul cult del 1988.

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Gli sceneggiatori Jeffrey Price e Peter S. Seaman si sono ispirati alle atmosfere noir di Chinatown di Polanski (1974).

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Il direttore dell’animazione Richard Williams creò Roger Rabbit fondendo la forma di Bugs Bunny, i guanti di Topolino, la salopette di Pippo, il farfallino di Porky Pig e il ciuffo di Droopy.

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Il comico Charles Fleischer entrò in cabina di doppiaggio infilato nel costume del suo alter ego, per meglio calarsi nel personaggio di Roger Rabbit.

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La bomba sexy Jessica Rabbit fu creata mixando Rita Hayworth, Veronica Lake, Lauren Bacall e la modella Vikki Dougan, già, fonte di ispirazione per Red Hot Riding Hood di Tex Avery.

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La Disney voleva affidare la regia al visionario Terry Gilliam dei Monty Python. Il regista di Brazil, però, rifiutò ritendendo il progetto troppo complicato. Anni dopo, confessò di essersene pentito amaramente.

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Nel film appaiono 21 cartoni della Warner Bros, 7 della Metro-Goldwyn-Mayer, 4 della Paramount Pictures, 1 della Columbia Pictures, 1 della RKO, 3 della Universal Studios, 3 della 20th Century Fox e 57 della Disney. Clicca qui per la lista completa dei cameo.

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Nonostante i suoi sforzi, Spielberg non riuscì ad inserire alcuni personaggi, come Braccio di Ferro, Casper e Tom & Jerry.

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Dal momento che il film è prodotto dalla Disney, la Warner Brothers avrebbe permesso l’uso delle loro star, Bugs Bunny e Daffy Duck, a condizione che avessero lo stesso minutaggio di Topolino e Paperino. Per questo motivo, i personaggi dividono le medesime scene (Topolino con Bugs Bunny e Duffy Duck con Paperino).

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Per facilitare l’interpretazione degli attori, al posto dei cartoni animati, inseriti poi al computer, vennero utilizzati dei pupazzi e dei manichini. Per Roger Rabbit, ad esempio, sono stati utilizzati modelli in gomma a grandezza naturale.

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Per facilitare il lavoro di post produzione furono utilizzati anche dei bracci robotici che eseguivano le azioni basilari su cui poi gli animatori avrebbero costruito i personaggi animati. In moltissime scene dove i cartoni spostano o possiedono nelle loro mani degli oggetti reali, questi ultimi vengono mossi tramite l’utilizzo di fili, similmente a marionette.

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326 animatori (tra cui l’italiana Silvia Pompei che da anni si occupa de I Simpsons) disegnarono e colorarono a mano circa 82 000 fotogrammi di animazione. Ogni frame fu fotografato e impresso sulla pellicola. Si stima che siano stati realizzati oltre un milione di disegni per il film.

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La sfida «impossibile» per fu, sicuramente, quella di conferire gli effetti di luccichio e ombre all’abito di lustrini della prorompente Jessica Rabbit. Il suo look era composto da 30 diversi pezzi.

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Bob Hoskins che recitò perlopiù in solitaria e sul blue screen imparò a dividere la scena coi cartoni animati osservando la figlia di tre anni, mentre giocava con i suoi amici immaginari.

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Jessica Rabbit non era ancora stata disegnata durante le riprese, e nessuno degli attori aveva idea di che fattezze avrebbe avuto. Così, per girare la scena del night club Zemeckis suggerì a Hoskins di immaginare la donna dei suoi sogni più erotici prendere vita. Guarda il numero mozzafiato della moglie di Roger Rabbit.

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I tre ingredienti de La Salamoia (la spettrale invenzione chimica del giudice Morton per giustiziare i cartoni animati) è una miscela di trementina, acetone e benzina: tutti diluenti per pittura.

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Tim Curry (The Rocky Horror Picture Show e Legend) fece un’audizione per il ruolo del corrotto e crudele giudice Morton, ma Zemeckis e Spielberg trovarono la sua performance troppo terrificante.

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La parte andò a Christopher Lloyd (il mitico “Doc” Brown di Ritorno al Futuro), il quale conferì a Morton un inquietante caratteristica: quella di non sbattere mai le palpebre.

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C’erano oltre quaranta bozze della sceneggiatura, comprese quelle in cui Jessica Rabbit o Baby Herman erano i «cattivi».

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Anche se il titolo del film è una domanda, non compare alcun punto interrogativo, poiché si dice che porti sfortuna nel settore. «Che fine ha fatto Baby Jane?», per esempio, ebbe una lavorazione travagliata.

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Per «Chi ha incastrato Roger Rabbit», Richard Williams decise di infrangere le tre regole dell’animazione: in primo luogo, spostare la macchina da presa al limite delle possibilità in modo che i cartoni non apparissero incollati su sfondi piatti; secondo, portare l’uso delle luci e delle ombre all’estremo; terzo, fare interagire i cartoni con oggetti e persone del mondo più reale possibile.

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L’antesignano di tutti i film in tecnica combinata di animazione e live action non è frutto della fantasia di Walt Disney, bensì, dell’animatore Winsor McCay «papà» di Gertie il Dinosauro. L’illustratore statunitense disegnò il primo lucertolone della storia del cinema nel 1914, cavalcandolo nella sequenza finale. Clicca qui per guardare il film

 

 

4 pensieri su “Chi ha incastrato Roger Rabbit, 21 curiosità sul cult che ha infranto le regole dell’animazione

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