Il 3 aprile 1968, andò in scena la prima di 2001: Odissea nello spazio, il kolossal di Stanley Kubrick co- scritto con Arthur C. Clarke. Celebriamo il pilastro della filmografia del visionario cineasta britannico, spiegandovi le 5 fondamentali ragioni per cui è il film di fantascienza più influente della storia del cinema.
- Perché, prima di tutto, il film è una riflessione sul rapporto fra l’uomo e l’universo. La pellicola si apre con un gruppo di ominidi che fatica a sopravvivere, nell’Africa di quattro milioni di anni fa, fin quando dallo spazio giunge un visitatore, nelle sembianze di un gigantesco monolito, che insegna loro a maneggiare oggetti ed a usarli come utensili e armi. Il tutto accompagnato dall’inconfondibile sound di Richard Strauss «Così parlò Zarathustra»; un’opera sinfonica sull’evoluzione dell’uomo.
- Perché, il capolavoro di Kubrick (dal soggetto di Arthur Clarke) è antesignano di praticamente tutto ciò che è stato fatto in materia di viaggi nello spazio, tecnologia e cinema di fantascienza. Nel film possiamo identificare iPad e TV a schermo piatto, le chiamate Skype e l’intrattenimento in volo.
- Perché, è pioniere degli effetti speciali (dal genio di Douglas Trumbull). Pavimenti rotanti, astronavi colossali e stargate con i fasci di luce senza l’uso del CGI.
- Perché, nello spazio nessuno può sentirti urlare. I film fantascientifici, in genere, sono rumorosi (lo stridio dei motori, il pulsare dei laser, il fragore delle esplosioni). In 2001, al contrario, il silenzio è una dimensione espressiva. La prima parola si ode a 25 minuti dall’inizio dei 139 di pellicola in cui, solo, 40 sono di dialogo.
- Perché, tutti si ricordano 2001 per HAL 9000. Il supercomputer doppiato da Douglas Rain (la voce italiana è dell’attore palermitano Gianfranco Bellini). Onniveggente, onnipotente e apparentemente infallibile, HAL è la scelta ideale per far funzionare l’astronave: almeno fino a quando non tenta di uccidere l’intero equipaggio. In un futuro in cui la tecnologia ha ridotto le persone a burocrati privi di emozioni, HAL 9000 è in realtà il personaggio più umano nel film.
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