Il 16 giugno 1972, usciva nei negozi di dischi The Rise and Fall of Ziggy Stardust and The Spiders from Mars. Tutte le 11 tracce (dalla peggiore alla migliore) dal capolavoro cosmico di David Bowie che si fece alien-ego per cambiare, per sempre, la storia del rock.
11° posto, Hang On to Yourself (11 agosto 1972): Il main riff è ispirato dal primo esponente del rockabilly, Eddie Cochran.
10° posto, It Ain’t Easy: Il pezzo è una cover dell’omonimo pezzo dell’artista country, Ron Davies.
9° posto, Star (6 giugno 1972): Bowie ha ammesso di aver “preso in prestito” il coro d’accompagnamento da Lovely Rita dei Beatles.
8° posto, Suffragette City (9 luglio 1976): La famosa frase “Wham Bam Thank-you Ma’am”, in realtà, è una citazione e prende il nome di una canzone dell’album del 1961 di Charles Mingus, dal titolo «Oh Yeah».
7° posto: Soul Love (6 giugno 1972): È la traccia che collega il presagio di Five Years con l’esplosione glam di Moonage Daydream, considerata spesso fuori luogo nel contesto dell’album.
6° posto, Ziggy Stardust (11 agosto 1972): Iggy Pop (allora noto come zIGGY), Lou Reed, Marc Bolan, Gene Vincent e Jimi Hendrix hanno contributo alla creazione dell’alieno androgino che ha rivoluzionato il rock.
5° posto, Five Years (6 giugno 1972): Una fonte di ispirazione è rappresentata dalla poesia At Lunchtime – A Story of Love di Roger McGough, che Bowie aveva inserito nel suo spettacolo di cabaret già nel 1968.
4° posto, Moonage Daydream (7 maggio 1971): Bowie fa riferimento a pionieri del rock americano come Bill Haley che nel 1956 aveva portato al successo See You Later Alligator.
3° posto, Rock ‘n’ Roll Suicide (11 aprile 1974): Bowie la compose suggestionato da Baudelaire e Jacques Brel.
2° posto, Lady Stardust (6 giugno 1972): Dedicata a Marc Bolan, frontman della glam rock band dei T-Rex.
1° posto, Starman (14 aprile 1972): Il ritornello (“There’s a Starman…”) è ispirato alla celebre Over The Rainbow (“Somewhere…”).