Dimenticatevi di Cenerentola e delle favole come le conosciamo, oggi, grazie alla matita di Walt Disney: Il racconto dei racconti (Tale of Tales), l’incursione fiabesca di Matteo Garrone, svela il lato più macabro e grottesco delle novelle. Vincitore di sette David di Donatello, il primo film in lingua inglese (interpretato da un cast internazionale che va da Salma Hayek a Vincent Cassel) del regista di Gomorra è tratto dal più antico dei libri, Lo Cunto dei Cunti; una raccolta di cinquanta fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile e pubblicata postuma tra il 1632 e 1636. Questo weekend, la piattaforma Sky dedica una doppia serata alla pellicola più visionaria di Matteo Garrone con uno speciale making of in onda sabato 28 (alle 16.30 su Sky Cinema Cult), cui seguirà Il racconto dei racconti (domenica 29 alle ore 21.10 su Sky Cinema 1) in prima visione assoluta. Vi sveliamo le curiosità sulla favola cattiva nata dalla fantasia del Boccaccio partenopeo…
- Il film è composto da tre diversi episodi (La Cerva, La pulce e La vecchia scorticata) intrecciati tra loro, liberamente, tratti da altrettante novelle incluse nella raccolta di Giambattista Basile. Il classico della letteratura barocca ha ispirato maestri delle fiabe come Charles Perrault e i Fratelli Grimm. Ne Lo Cunto de li Cunti, Cenerentola uccide la matrigna e La bella addormentata non viene risvegliata da un bacio, bensì, da uno stupro.
- L’opera, nota anche col titolo di Pentamerone (cinque giornate), è costituita da 50 fiabe (edite fra il 1634 e il 1636 a Napoli), raccontate da 10 novellatrici in 5 giorni. Le favole sono collocate in una cornice che segue il modello del Decameron di Boccaccio, anche se diversi sono il linguaggio e i temi trattati.
- Matteo Garrone ha voluto girarne l’adattamento in location fisiche, ma che potessero sembrare ricreate in studio, così da rendere l’illusione fiabesca. Il primo ciak è stato battuto il 15 maggio 2014, con quattro mesi di riprese che si sono svolte in Abruzzo (nel castello di Roccascalegna), nel Lazio (a Palazzo Chigi di Ariccia e Acquapendente), Napoli (tra cui il Palazzo Reale, parco e reggia di Capodimonte), Puglia (a Castel del Monte, Gioia del Colle, Mottola e Statte), Sicilia (nel Castello di Donnafugata e nelle Gole dell’Alcantara), Toscana (Vie Cave tra Sovana e Sorano, nel Castello di Sammezzano di Reggello e nel Palazzo Vecchio di Firenze).
- Tra le influenze garroniane, L’armata Brancaleone (1966) di Monicelli e Uccellacci e uccellini (1966) di Pasolini.
- L’estetica è ispirata a Il Casanova di Federico Fellini (1976).
- Ma ci sono, anche, citazioni contemporanee come quella a Il Trono di Spade (Salma Hayek divora cuore di drago come Daenerys Targaryen).
- Il disgustoso cuore gigante trangugiato dall’ex vampira Pandemonium era fatto di marshmallow annegato nello zucchero.
- La scena con il re che combatte il drago acquatico è stata girata con “green screen” in un teatro di posa. La sequenza doveva essere più dinamica, ma il regista ha dovuto ricorrere ad alcuni espedienti (cioè girarlo dal punto di vista del Re), perché il drago stesso (un animatrone e non un frutto del CGI) si è rotto dopo essere stato infilzato.
- Gli artigiani degli effetti speciali hanno ricreato anche un grande drago morto, iperrealista, che hanno trasportato veramente nelle Gole dell’Alcantara.
- Il budget del film ammonta a 14,5 milioni di dollari.