Finché morte non ci separi, l’ispirazione dietro l’impero ludico dell’horror con Samara Weaving (e i suoi 24 abiti da sposa)

L’horror campy co-diretto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett (i due reboot di Scream e il recente Abigail) arrivava nelle sale cinque anni fa. Finché morte non ci separi segue una giovane sposa che, per entrare a far parte della famiglia Le Domas, ricchi magnati dei giochi da tavolo, dovrà sottoporsi a un macabro rito di iniziazione la notte delle sue nozze. Al “ready or not” (titolo originale del film), scatterà così la caccia alla sposa in Converse all’interno della minacciosa villa gotica.

L’impero ludico della famiglia Le Domas affonda le sue radici nei produttori di giochi da tavolo, ormai scomparsi, Milton Bradley Company (meglio nota come MB) e Parker Brothers. E, guarda caso, tra i giochi in scatola della MB compare anche un Ready or not del 1982.

La star Samara Weaving indossa solo un costume: un abito da sposa vittoriano creato dalla costume designer Avery Plewes e ispirato a quello royal di Grace Kelly. In realtà non si tratta di un unico vestito, ma di un look composto da cinque elementi: una camicia di pizzo, un corsetto, una fascia, una fodera e una sovragonna. Proprio come l’iconica canotta di Bruce Willis in Die Hard, anche l’abito da sposa della protagonista segue un arco narrativo, evolvendosi completamente nel corso della storia. Sono stati creati un totale di 24 abiti, 17 dei quali sono stati indossati dall’attrice e cinque dalla sua controfigura.

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