Perché, David Lynch odia così tanto il suo Dune

Dune è, sostanzialmente, Il Signore degli Anelli delle space opere. La storia di Dune segue il duca Paul Atreides mentre affronta i nemici Harkonnen sul pianeta Arrakis, noto per una droga chiamata “spezia” che garantisce abilità psichiche e facilita i viaggi cosmici. Coinvolto in intrighi politici e conflitti, l’erede cerca di comprendere il suo destino legato alla spezia e alle antiche profezie, in un intricato scenario di potere. Con il suo epico adattamento, Denis Villeneuve ha finalmente reso giustizia al monumentale universo di Frank Herbert. Il regista canadese è riuscito laddove altri avevano fallito: primo fra tutti, David Lynch. Sebbene vantasse una ricca mitologia, personaggi memorabili e una storia che aveva il potenziale per realizzare un grande kolossal o franchise, la pressione di portare l’amato romanzo sci-fi sul grande schermo era incredibile. Ma non sono stati solo i fan a rimanere delusi dal flop di Lynch: sembra che l’unica persona che odiava Dune del 1984 più dei lettori irriducibili di Herbert fosse Lynch stesso: «È stato terribile, come morire lentamente». Ma perché il regista del Montana rinnega il suo Dune?

David Lynch è stata una strana scelta per dirigere Dune

Dopo l’enorme successo di Guerre stellari (1977) e dei suoi sequel, il produttore Dino De Laurentiis reputò il romanzo di Herbert adatto alla creazione di una saga sci-fi che potesse competere con quella lucasiana; decise quindi di affidarne la regia al giovane David Lynch, che volle occuparsi anche della sceneggiatura collaborando con lo stesso Frank Herbert. Lynch, che era divenuto famoso con il biopic candidato all’Oscar The Elephant Man, prima di allora non aveva mai girato un film di fantascienza e tantomeno non si era mai confrontato con produzioni faraoniche. Aveva anzi rifiutato la regia de Il ritorno dello Jedi, terzo episodio dell’epopea di George Lucas.

Dune è stata una produzione molto difficile per David Lynch

Sfortunatamente, le ambizioni che Lynch aveva per Dune non erano esattamente quelle che la Universal Pictures aveva in mente. Come ogni fan di Lynch ben sa, il visionario cineasta ha uno stile unico che non può essere emulato (anche se molti ci hanno provato fallendo). I film di Lynch sono spesso surreali, scioccanti e sfidano la logica tradizionale. Queste non sono, necessariamente, le stesse qualità che il pubblico generalista cerca in un film mainstream. Quando Lynch si è rivolto alla Universal con il suo montaggio di tre ore di Dune, lo studio gli ha tolto il girato per sviluppare un taglio più snello che rimuovesse alcuni degli elementi più «linchyani». Lynch avrebbe poi affermato che «Il film non è quello che avrei fatto se avessi avuto il controllo totale. Ed è qui la vera lezione: non fate un film se non può essere il film che volete fare». Lynch ha ammesso anche di non avere interesse nel vedere la nuova versione di Denis Villenueve.

Universal ha intralciato Dune di David Lynch

Il Dune che arrivò nei cinema era una combinazione banale della versione di Lynch e delle scene richieste dagli Studios che non riflettevano affatto ciò che entrambe le parti volevano. Il film suscitò l’ira sia della critica che del pubblico, con Lynch che non avrebbe mai avuto la possibilità di rimettere mano al materiale di Herbert per un sequel. Dune uscì 14 dicembre 1984 e alla fine della stagione, incassò solo 30 milioni di dollari contro i 40 messi a budget. Fu, così, uno dei più grandi flop nella storia del genere fantascientifico. Nel documentario Jodorowsky’s Dune, Jodorowsky affermò di essere entusiasta dell’insuccesso del film di Lynch, poiché dimostrava che il materiale originale non era adattabile e che il suo mancato adattamento non era dovuto al suo lavoro.

Conclusioni

Nonostante la cattiva reputazione del Dune di David Lynch, l’adattamento del 1984 presenta tre elementi cult. A cominciare dal cast corale (Patrick Stewart, Brad Dourif, Dean Stockwell, Virginia Madsen, Sting e Max von Sydow) guidato dell’allora esordiente Kyle MacLachlan che diventò il pupillo di Lynch. C’è la colonna sonora dei Toto (aiutati da Brian Eno e da Daniel Lanois) e, soprattutto, i giganteschi vermi delle sabbie considerati rivoluzionari per il suo tempo. Per dare vita alle piccole (ma nel film enormi) creature striscianti fu chiamato Carlo Rambaldi, il Michelangelo degli animatronics nonché “padre” dello Xenomorfo di Alien e di E.T. l’extra-terrestre.

2 pensieri su “Perché, David Lynch odia così tanto il suo Dune

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