Quella volta che Battisti disse di «no» ai Beatles

Il 5 Marzo, Lucio Battisti avrebbe compiuto ottant’anni. Se non ci avesse lasciato nel settembre 1998, a soli 55 anni, dopo il ritiro totale dalle scene all’alba degli anni ’70.

Un’avventura, Emozioni, Mi ritorni in mente, I giardini di marzo. Sono solo alcune delle centinaia di canzoni iconiche di quello che è considerato il più grande artista italiano mai esistito. Merito anche della formidabile accoppiata con il paroliere Mogol: un sodalizio che ha segnato un’epoca musicale.

Durante la sua straordinaria carriera, il cantautore di Poggio Bustone ha pubblicato 17 album per un totale di 25 milioni di copie vendute.

Musicista autodidatta, dall’inconfondibile timbro in falsetto, Battisti cominciò a suonare la chitarra in terza media. Dopo un po’ di gavetta in vari gruppi, o come autore per altri, raggiunge la consacrazione nel 1969.

È, così, famoso che anche David Bowie (per il quale Mogol ha riadattato i testi in italiano di Space Oddity) e Mick Ronson si dichiararono suoi estimatori, realizzando una cover di Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi. Anche Paul McCartney era un fan di Battisti e possedeva tutti i suoi dischi.

Nel 1966, il grande artista italiano fu addirittura avvicinato dai produttori dei Beatles pronti a investire su di lui per lanciarlo nel mercato statunitense, ma Battisti rinunciò perché gli pareva eccessivo che questi tenessero il 25% del totale!

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