Nelle sale c’è Lightyear – La vera storia di Buzz, lo spin-off che racconta le origini dell’astronauta giocattolo più amato di sempre. Il pilota lunare di Toy Story, film di animazione Disney Pixar – primo in computer grafica – che nel 1995 lanciò «Verso l’infinito e oltre» tutti i coloratissimi protagonisti del franchise.
Il «papà» John Lasseter lo chiamò Buzz in omaggio a Buzz Aldrin, il secondo uomo a mettere piede sulla luna. Come ogni personaggio targato Pixar, Buzz è stato creato digitalmente con il RenderMan: un software di rendering 3D nato grazie alle tecnologie grafiche innovative ultimate dagli animatori degli Studios. Nel nuovo film a lui dedicato Buzz è doppiato da Chris Evans. Secondo il regista Angus MacLane, le avventure spaziali del giovane astronauta-giocattolo sarebbero influenzate da Star Wars, Steven Spielberg e Akira Kurosawa.
5 curiosità su Buzz Lightyear:
Il nome originale di Buzz Lightyear era Lunar Larry.
Il regista John Lasseter voleva creare un personaggio con una personalità da GI Joe, ma con un aspetto da ranger spaziale; affidò la missione a Bob Pauley, character designer di Toy Story.
Buzz Lightyear nasce di colore rosso. Fu la moglie di Lasseter a suggerire il look bianco, verde e viola.
Nella versione originale, Buzz è doppiato dal comico Tim Allen ma la produzione avrebbe voluto affidarlo alla voce di Jim Carrey, allora, richiestissimo.
L’iconica citazione “verso l’infinito e oltre” ha origine dal titolo di un libro scritto da Eli Maor nel 1991.
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