
Mahershala Ali e Viggo Mortensen in viaggio negli States razzisti degli anni ’60, rispettivamente, nei panni di un jazzista nero gay e del suo autista italoamericano omofobo. Arriva nelle sale italiane da giovedì 31, uno dei superfavoriti agli Oscar 2019 forte di cinque nomination di peso, tra cui miglior film, sceneggiatura e attori. Vincitore al Festival di Toronto e ai Golden Globe, come miglior commedia dell’anno, Green Book segna il debutto in solitaria di Peter Farrelly, metà del binomio di fratelli re delle risate politicamente scorrette grazie a cult come Scemo e più scemo e Tutti Pazzi per Mary. Molto di più di un remake (a ruoli capovolti) di A spasso con Daisy, Green Book è un road movie antirazzista.

Ma che cos’è il Negro Motorist Green Book? È una guida (pubblicata dal 1936 al 1966 da Hugo Green) dedicata ai viaggiatori di colore dove venivano elencati motel, ristoranti e stazioni di servizio che li avrebbero accettati.

La storia (vera) del raffinato musicista afroamericano Don Shirley (prodigio del pianoforte, fin dall’età di 2 anni, e titolare di due lauree ad honorem) che per una tournée nel profondo Sud sceglie di farsi accompagnare dal rozzo buttafuori bianco Tony «Lip» Vallelonga.

Don Shirley e Tony Lip sono scomparsi, entrambi, nel 2013. Lip, padre dello sceneggiatore Nick Vallelonga, era conosciuto per il ruolo del boss Carmine Lupertazzi ne I Soprano.