Culetti in vista, performance simulate e un pigmalione per una covata di ninfette. Ecco, come SB vi dimostra (con ironia) come la serie revival targata Netflix sulle sexy lottatrici e le ragazze che sgambettano nel varietà più iconico della tv italiana degli Anni 90 sono la medesima cosa.
- Glow e Non è la Rai nascono come show-sperimentali, rispettivamente, per una tv via cavo losangelina (nella finzione) e per l’italiana Mediaset.
- Glow e Non è la Rai sono programmi di sole ragazze.
- In entrambi i varietà, le performance sono simulate; le Grandiose Lottatrici del Wresting lottano per finta e le ragazze di Non è la Rai cantano in playback, doppiate dalle voci delle coriste.
- Che si tratti di wresting o di numeri di ballo, entrambi i gruppi eseguono coreografie precise.
- Indossano sgambatissimi body dai colori neon.
- Entrambi gli show, tengono i fan incollati allo schermo grazie alla rivalità tra una brunetta tutto pepe e una biondissima vamp (Ruth e Debbie per Glow, Ambra e Mary per Non è la Rai).
- Soltanto una di loro, però, sarà la vera star.
- Entrambi i gruppi di ragazze interpretano una sigla originale.
- A ciascun programma, il suo pigmalione che monitora la covata di ninfette. Sam Sylvia mette alle corde le wrestlers di Glow e Gianni Boncompagni è beato tra le ragazze di Non è la Rai.
- Entrambi i mentori delle ragazze hanno avuto una relazione con una (o più) di loro. Sam Sylvia andava a letto con Cherry poi con Rhonda e Boncompagni è stato in affair con la Gerini.
- A ciascuna ragazza le è stata cucito addosso un personaggio. Arthie-Beirut la bombardiera pazza sta a Glow come Alessia Gioffi detta «Terminator» stava a Non è la Rai.