Sale la febbre da Westworld per la seconda, attessissima, stagione dell’ambiziosa serie sc-fi creata da Jonathan Nolan (fratello minore di Christopher per il quale ha firmato la sceneggiatura di Interstellar e de Il cavaliere oscuro) ambientata nel futuristico resort a tema western (e ora anche coi samurai) popolato da androidi. Prodotto da J.J. Abrams, il purosangue della scuderia HBO è basato sul film Il mondo dei robot scritto e diretto da Michael Crichton nel 1973. 20 anni prima di sognare l’oasi dei dinosauri di Jurassic Park, il genio da 150 milioni di copie vendute ci ospitò nel distopico parco a tema (diviso in Antica Roma, Medioevo e West) con uno Yul Brynner (Pistolero con gli stessi abiti di scena usati nel 1960 per I magnifici sette) che, oggi, ricorderebbe il T-1000 di Terminator 2 – Il giorno del giudizio. Crichton, infatti, rielaborò il tema classico della ribellione delle macchine mettendola in relazione con la complessità dei sistemi informatici. Ma ne Il mondo dei robot viene anche usata, per la prima volta, la definizione di virus in relazione al malfunzionamento della rete di computer. Il soggetto fu rifiutato da tutte le major: solo, la MGM ne fu interessata imponendo drastici tagli agli effetti speciali e concedendo a Crichton appena 6 settimane di tempo. Durante le riprese, un finto proiettile infiammò la cornea del protagonista che lo costrinse a rinunciare alle lenti a contatto lucide dell’androide. Fu la prima pellicola a impiegare la CG, per l’unico effetto speciale ottenuto da John Whitney con le immagini in soggettiva del Robot/Brynner. Questo procedimento, molto difficoltoso per l’epoca, richiese mesi di lavoro per poche decine di secondi di girato.