Tutto accadde una notte di due anni fa, quando un “bastardo senza gloria” trafugò l’inviolabile copione sugli “odiosi otto”: chi sarà stato quel “cane da rapina”? Il cacciatore di taglie Samuel L. Jackson? Il consumato generale Bruce Dern? Oppure, l’enigmatico straniero Michael Madsen? Nessuno lo saprà mai ma, di fatto, quello script trapelò sul web scatenando l’ira di Quentin Tarantino che considerò di abbandonare la produzione del film e di pubblicare la sceneggiatura sotto forma di romanzo. Fino a quando, una lettura a scopo benefico nel leggendario United Artists Theatre placherà la sua collera. Oggi, a mezzo secolo da La conquista del West, il John Ford “pulp” galoppa sulla diligenza di Ombre rosse catturato da quell’Ultra Panavision 70 in gran spolvero. Al centro di un’ipotetica trilogia western, The H8ful Eight, potrebbe essere una delle ultime pellicole del regista di Kill Bill, cui filmografia-ideale racchiuderebbe 10 opere. L’ottava fatica del cineasta italo-americano (da oggi in sala) si cala in ambientazioni western come il precedente Django Unchained, ma dal sud schiavista passa al nevoso Wyoming (ricreato sulle montagne del Colorado). E mentre la bufera infuria, gli ott8 si ritroveranno confinati nel saloon per una resa dei conti da pièce teatrale (che rimanda a Carnage nell’adattamento di Roman Polanski), dove i forestieri si guardano con aria circospetta come in un set di Agatha Christie. Sfoglia la gallery in 70mm con tutte le curiosità su Quentin VIII: dai 62 milioni di budget di risoluzione che fa un baffo alla Nikon al maestro Morricone che ricicla partiture horror fino a Samuel L. Jackson 65 volte “negro”…
- 0. Il “glorioso 70mm”: Il sofisticato processo cattura e proietta immagini due volte più grandi della pellicola cinematografica standard da 35 mm. Tra le peculiarità, un ben più ampio spettro di colore e una maggiore risoluzione rispetto alle avanzate fotocamere digitali Canon, Nikon o Leica. The Hateful Eight è solo l’undicesimo film a essere, completamente, girato nel dispendioso Ultra Panavision 70: un formato che non rivedeva la luce dai tempi di Khartoum (1966). Il direttore della fotografia Robert Richardson, che aveva già lavorato con Tarantino in Kill Bill, Bastardi senza gloria e Django Unchained, si è avvalso di lenti anamorfiche Panavision (con un aspect ratio di 2.75:1): le stesse utilizzate per girare la corsa delle bighe in Ben Hur (1959).
- 1. Le Iene del Far West: Le due principali influenze cinematografiche di The Hateful Eight sono La Cosa (1982) di John Carpenter e Le Iene (1992) dello stesso Tarantino. Il regista ha subito anche il fascino di serie tv retrò come Bonanza, Il Virginiano e Ai confini dell’Arizona.
- 2. Un Morricone da Oscar: Il maestro ha “riciclato” alcune tracce scartate dalla colonna sonora de La Cosa (1982) per creare le musiche di The Hateful Eight. Il compositore ritorna al western a 40 anni da Un genio, due compari, un pollo.
- 3. Il senso di Quentin per la neve: Purtroppo, durante le riprese a Telluride in Colorado, il bel tempo soleggiato non ha collaborato al clima richiesto dal copione. Così, la troupe è stata costretta a ricreare artificialmente la bufera con l’amido, grandi ventilatori e sunblocks ambientali: fino a quando, la neve non è caduta per davvero.
- 4. Bastardo come Madsen: A un certo punto, Michael Madsen pronuncia “Il lavoro di un bastardo non finisce mai”, che era lo slogan sulla locandina di Bastardi senza gloria (2009). A proposito di bastardi, durante la fase di sviluppo del film, si vociferava che Christoph Waltz tornasse a collaborare per la terza volta con Tarantino, a questo giro, nel ruolo di John Ruth. Ma quella parte fu scritta per Kurt Russell fin dall’inizio.
- 5. Citazioni: Il nome della linea di diligenza “Butterfield Overland Stage” è lo stesso di quella in Quel treno per Yuma (1957). Demián Bichir si chiama ‘Mexican Bob’ come un personaggio de Il Grinta (1969).
- 6. Zombie western: Gli effetti speciali da carneficina western sono opera di Mr. The Walking Dead, Greg Nicotero, che ha collaborato anche per Bastardi senza gloria (2009), Kill Bill – Volume 1 (2003), Kill Bill – Volume 2 (2004) e Django Unchained (2012).
- 7. Il maledetto 6: Il film segna la sesta collaborazione tra Samuel L. Jackson e Quentin Tarantino. Jackson ha fatto anche un cameo in Kill Bill – Volume 2 (2004) ed è stato narratore in Bastardi senza gloria (2009).
- 8. La Cosa: Per creare il giusto clima claustrofobico, Tarantino ha mostrato al cast La Cosa, il film che lo sconvolse nel lontano 1982: l’horror con protagonista, proprio, Kurt Russel è incentrato su di un gruppo di uomini che non possono più fidarsi l’uno dell’altra, pur essendo intrappolati in un edificio durante una feroce tempesta di neve. Disgustato da quell’organismo vegetale dalle sembianze umanoidi, Tarantino battezzò La Cosa come “L’odioso Otto”.
- 9. Samuel, “negro” da record: Nella versione originale, la parola “negro” viene pronunciata 65 volte: più della metà in cui viene usata in Django Unchained (2012) che deteneva il record per l’insulto razzista. Michael Madsen è l’unica persona del cast a non pronunciare, mai, “negro”.
- 10. Più lungo di nome e di fatto: Con le sue 3 ore e 2 minuti di durata (versione 70mm), The Hateful Eight è il film più lungo di Tarantino: 17 minuti in più rispetto a Django Unchained e 30 minuti in più rispetto a Bastardi senza gloria. Per confronto, l’opera prima Le Iene durava, appena, 1 ora e 39 minuti. The Hateful Eight è, anche, il titolo più lungo nella filmografia del regista premio Oscar.
- 11. Tarantino come FeFe: Il titolo The Hateful Eight (riferito al numero “8” in quanto ottavo film del regista) è un omaggio a 8½ (1963): ottavo film di Federico Fellini.
Pingback: Jennifer Jason Leigh, gli 11 ruoli essenziali dell’outsider che aspira all’Oscar | Scarlet Boulevard
Pingback: La Cosa, 10 cose che potresti non sapere sul cult di John Carpenter | Scarlet Boulevard