Vi sveliamo gli allucinanti segreti dell’eccellenza del cinema espressionista tedesco definito dal critico dei critici, Roger Ebert, “Il primo, vero, horror mai realizzato”. Diretto da Robert Wiene 100 anni or sono, il distorto capolavoro silente narra di un’ipnotista folle (Werner Krauss) che si serve di un paziente affetto da sonnambulismo (Conrad Veidt) per commettere efferati omicidi…
- La pellicola è considerata il simbolo del cinema espressionista tedesco. Il primo ciak fu battuto alla fine di dicembre del 1919 e l’ultimo al termine di gennaio 1920, nel periodo cui l’espressionismo nell’arte era già un movimento noto ma non su celluloide. La location fu allestita a Berlino, nel Lixie-Atelier, nel quartiere Weißensee, dalla Decla-Bioscop AG di Erich Pommer: il produttore del film che decise di girare, interamente, in studio senza riprese esterne.
- Pommer voleva l’esordiente Fritz Lang alla regia ma questi rifiutò per dirigere il film “Die Spinnen, 1. Teil – Der Goldene See” (1919).
- L’opera gioca con il tema del doppio, tra delirio e realtà, con geometria frastagliata non euclidea fatta di spigoli appuntiti, ombre minacciose, strade serpentine che diventano vicoli ciechi. Il mondo distorto del film proviene dalla mente malata di Francis (il paziente internato interpretato da Friedrich Fehér che racconta in flashback la sinistra storia) e riecheggia le opere di Ernst Ludwig Kirchner e le scenografie futuriste di Enrico Prampolini in Thaïs (1917). Il look del film è influenzato anche dal teatro di Max Reinhardt.
- Ernst Ludwig Kirchner, Three Paths (1917)
- Thaïs (1917) di Anton Giulio Bragaglia
- Shakespeare messo in scena da Max Reinhardt nella Berlino del 1905.
- Scenografia (Walter Roehrig, Walter Reimann, Hermann Warm), costumi e oggetti di scena hanno richiesto circa due settimane di preparazione. I set sono stati realizzati in carta, con le ombre dipinte sulle pareti. Warm ha lavorato principalmente sul set, Röhrig si è occupato della pittura su tela e Reimann ha curato i costumi.
- Il set
- La fotografia, volutamente, teatrale è di Willy Hameister che collaborerà nelle successive pellicole di Wiene. Il film è girato tramite lunghe inquadrature fisse, con poco montaggio, che crea una sorta di bidimensionalità, oltre all’impressione asfissiante che l’inquadratura sia chiusa su sé stessa, come se fosse un mondo a parte, al di fuori della quale non esiste niente.
- I costumi del dottor Caligari (Werner Krauss) sono influenzati dallo stile Biedermeier dell’epoca. Quelli di Jane Olsen (Lil Dagover) sono, invece, ispirati allo stile romantico.
- I personaggi recitano col volto appesantito da grottesco make-up, in particolare il sonnambulo Cesare (Conrad Veidt) che sfoggia occhi bistrati di nero.
- Il gabinetto del dottor Caligari è stato scritto da Hans Janowitz e Carl Mayer in sei settimane: la sceneggiatura fu venduta a Pommer per 200 dollari. Con ideologie pacifiste, i due si incontrarono dopo la seconda guerra mondiale, benché fossero stati entrambi regimentati dal Führer. Se Janowitz servì la patria nella divisa di Ufficiale, Mayer si finse pazzo per evitare il reclutamento in trincea; l’esperienza in analisi fu fondamentale per creare il dottor Caligari ispirato, proprio, al suo psichiatra. Il film è anche una metafora sul nazismo dove il Dottor Caligari rappresenta Hitler e Cesare il soldato programmato per uccidere.
- Hans Janowitz sostiene di aver avuto l’idea per il film quando, durante una fiera, scorse un uomo circospetto nascosto nell’ombra. Il giorno successivo, scoprì che una ragazza fu brutalmente assassinata proprio durante la fiera. Si recò al funerale della giovane vedendo lo stesso individuo aggirarsi al cimitero.
- Il budget del film è di 18 mila dollari. I set sono costati meno di 800 $ e gli attori principali sono stati pagati 30 dollari al giorno. Un remake con fotografia estremamente fedele all’originale è stato girato nel 2005 dal regista indipendente David Lee Fisher.
- The Cabinet of Dr. Caligari (2005)

























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