Il prossimo 12 agosto correrà il 75th anniversario del capolavoro fantasy di Victor Fleming che ha incantato generazioni di apprendisti-sognatori sulle note di smeraldo di Over the Rainbow intonate dalla leggendaria Judy Garland. Noi vogliamo celebrare il prodigio in Technicolor della MGM, invitandovi a seguire questo sfavillante sentiero dorato che ha inizio con una caleidoscopica gallery d’immaginifiche curiosità…
Il musical fantastico, diretto da Victor Fleming nel 1939, è tratto da Il Meraviglioso Mago di Oz: primo dei quattordici romanzi dello statunitense L. Frank Baum.
L’emblematica sequenza che dal bianconero si tramuta a colori è quella in cui Dorothy passa dalla noiosa realtà di provincia alla dimensione fiabesca-onirica, varcando l’uscio di casa e ritrovandosi catapultata nello splendore cromatico di Oz. Si tratta di una metafora del cinema che temeva l’utilizzo del colore perché ritenuto strano, nuovo e dunque “minaccioso”.
Il regista fu costretto ad abbandonare le riprese per dedicarsi a Via col Vento e fu sostituito da King Vidor che diresse il prologo e l’epilogo in bionconero virato in color seppia.
Cinque nomi in cabina di regia ma fu accreditato solamente Victor Fleming.
Walt Disney ne bramava la direzione ma la MGM lo batté nel tempo accaparrandosi, per prima, i diritti del romanzo.
Nel libro, le scarpette di Dorothy sono argentate e non di rubino.
Le iconiche scarpine ricoperte da 2.300 paillettes rosse sono state battute all’asta nel dicembre 2011 per una cifra-bomba che supera i tre milioni di dollari. Nel giugno dello stesso anno, fu battuto anche l’abito-memorabilia da contadinella per $ 1,119,300.
L’undicenne Shirley Temple avrebbe dovuto intrepretare il ruolo della piccola protagonista che, però, andò a Judy Garland di 17 che fu costretta a indossare un corsetto strettissimo per nascondere le curve apparendo, così, più giovane.
Judy Garland avrebbe dovuto flirtare con uno dei fattori, in particolare, con Hunk/lo Spaventapasseri. Il regista però, ricordando agli sceneggiatori che Dorothy era solo una bambina di 12 anni, eliminò questo elemento.
All’inizio delle riprese, la Garland indossava una parrucca bionda e un trucco “baby-doll”.
Bert Lahr è stato scritturato per sostituire un felino. Infatti, per la parte del Leone Codardo la produzione voleva avvalersi di Leo, il famosissimo leone del logo della MGM, facendolo “doppiare” da un attore.
Centinaia di comparse fra infanti e nanetti incarnavano i Mastichini. Alcuni di loro erano, addirittura, dediti all’alcol e non esitavano a rilasciare dichiarazioni incresciose sulla bella Judy Garland.
Per rendere l’idea del tornado in lontananza, l’asso degli effetti speciali – Arnold Gillespie – fece costruire un enorme oggetto di stoffa a forma d’imbuto, la cui parte superiore era legata a un porta lampada che si spostava per l’intera lunghezza del set, seguendo un percorso ad S.
Quando la Garland getta l’acqua sul volto della strega, questa inizia a scendere lentamente dentro la botola. In questa maniera lei scendeva verso il basso, mentre l’abito rimaneva sul pavimento, dando così l’idea di essersi davvero liquefatta.
Per rendere l’effetto della fattoria che precipita per poi piombare nel mondo di Oz, Gillespie fece dipingere il pavimento dello studio come il cielo del Kansas; dopodiché gettò dall’alto un modellino della casetta di Dorothy e poi riprese la scena al contrario.
Il favoloso abito della strega buona Glinda/Billie Burke era già stato indossato da Jeanette MacDonald in San Francisco (1936)
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