La più bella storia di Dickens, il musical dimenticato del Natale 1970

A Natale del 1970 arrivava nelle sale Scrooge, un adattamento fantasy-musicale del celebre A Christmas Carol (1843) di Charles Dickens. Il film, diretto da Ronald Neame, propone una rilettura in chiave musical della storia di Ebenezer Scrooge.

Albert Finney, che all’epoca aveva solo 34 anni, interpreta il personaggio titolare, con musiche e testi di Leslie Bricusse, già celebre per Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. E sì, nel ruolo dello spirito di Jacob Marley c’è proprio Alec Guinness.

Finney rifiutò, in un primo momento, il ruolo principale. In seguito Richard Harris firmò per il film, ma dovette rinunciare perché impegnato nelle riprese di Bloomfield. A quel punto venne scritturato Rex Harrison, anche se ciò avrebbe comportato per il produttore il costo di riscattarlo da un contratto teatrale già in essere. Quando Finney lesse la sceneggiatura, cambiò idea e dichiarò di voler partecipare al progetto. I registi, che lo preferivano a Harrison, comunicarono a quest’ultimo di non potersi permettere di liberarlo dal contratto teatrale e scelsero quindi Finney.

Il film fu girato a Londra e in varie location del Buckinghamshire. Negli Shepperton Studios vennero ricostruite intere strade vittoriane. Finney, nonostante la giovane età, fu trasformato con il trucco per sembrare molto più anziano e poté sfruttare appieno la sua formazione teatrale, adottando inflessioni vocali e manierismi fisici credibili per rendere il personaggio del vecchio avaro.

Nel 1971 Finney vinse il Golden Globe come Miglior attore in un film – Musical o commedia. Il film ottenne inoltre quattro candidature agli Oscar, tra cui quella per la Miglior canzone originale con “Thank You Very Much”.

I manifesti promozionali di Scrooge puntavano su uno slogan volutamente provocatorio, “Che cazzo hanno fatto a Scrooge?” pensato per allontanare i timori del pubblico di trovarsi davanti all’ennesima versione troppo zuccherosa o eccessivamente cantata della storia del celebre avaro.

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