Ryan Coogler, apprezzato regista di Creed e Black Panther, è stato molto chiaro riguardo alle sue influenze per I Peccatori. L’horror che segue i gemelli Moore (entrambi interpretati da Michael B. Jordan) mentre cercano di aprire un locale di blues nel Delta del Mississippi, finendo però nel mirino di un vampiro irlandese che semina terrore e distruzione.

La storia del suo film di successo è un omaggio allo defunto zio, mentre i vampiri sono ispirati a Il gatto con gli stivali 2: L’ultimo desiderio e a un episodio (L’ultimo rito di Jeff Myrtlebank) di The Twilight Zone, incredibilmente. Tuttavia, c’è un film in particolare con cui I Peccatori condivide diversi elementi: I sette samurai. A prima vista, l’epopea bellica di Akira Kurosawa sembra avere ben poco a che fare con il western horror: il primo racconta gli ultimi giorni del periodo Sengoku e il declino del ruolo dei samurai nella società, mentre il secondo è ambientato nel profondo Sud degli Stati Uniti nel 1932. Eppure, al di là delle ambientazioni così diverse, i due film condividono non solo molte similitudini nella trama, ma anche un forte tema comune: quello dell’unità.

Coogler ha descritto I Peccatori come un film “genre-fluid”, che mescola vari generi per raccontare una storia complessa e stratificata. Tra le sue influenze, ha citato registi come i fratelli Coen, Robert Rodriguez e John Carpenter, nonché opere letterarie come Salem’s Lot di Stephen King.

La colonna sonora del film, composta da Ludwig Göransson, collaboratore di lunga data di Coogler, è stata ampiamente elogiata per la sua capacità di fondere musica blues con elementi orchestrali, contribuendo a creare l’atmosfera intensa e coinvolgente del film. Coogler si conferma, così, come uno dei registi più innovativi e versatili del cinema contemporaneo.