La morte di Papa Francesco mette in luce il film Conclave: quanto è attendibile?

La morte di Papa Francesco, avvenuta lunedì all’età di 88 anni, ha dato il via al processo di selezione del nuovo leader della Chiesa cattolica romana, un rituale rimasto pressoché immutato per secoli. Il processo segreto, noto come conclave, è stato raccontato nell’omonimo film del 2014. Il thriller in Vaticano di Edward Berger uscito poco prima del Natale scorso, e tra i titoli maggiormente celebrati della stagione (ora a noleggio su Apple TV, Prime Video, Timvision e dal 5 maggio su Sky), a fronte di otto nomination all’Oscar e della statuetta andata poi alla miglior sceneggiatura scritta da Peter Straughan. Il film, con Ralph Fiennes, Stanley Tucci e Isabella Rossellini, è basato sull’omonimo romanzo bestseller del 2016 di Robert Harris e offre uno sguardo dall’interno mentre i cardinali di tutto il mondo si riuniscono nella Cappella Sistina per esprimere il loro voto per il prossimo papa.

Sebbene la pellicola abbia un finale sconvolgente, mai accaduto in nessuno dei più di 260 conclavi papali realmente tenutisi, offre comunque uno spunto affascinante, attingendo a una certa verosimiglianza nella descrizione dei rituali segreti e delle complesse manovre politiche che si svolgono all’interno della Chiesa cattolica romana dopo la morte di un pontefice. Il film sta ricevendo nuova attenzione dopo la scomparsa di Papa Francesco, mentre l’attenzione globale è concentrata sulla Città del Vaticano e sull’elezione del nuovo pontefice, rendendo il tema delle dinamiche vaticane ancora più attuale e intrigante.

Cosa sapere sulla differenza tra realtà e finzione di Conclave

Cosa succede realmente dopo la morte di un papa?

Il conclave inizia solitamente tra i 15 e i 20 giorni dopo la morte del papa. Vi partecipano tutti i cardinali di età inferiore agli 80 anni che hanno diritto di voto. Una volta arrivati a Roma, i cardinali sono ospitati in stanze private della Domus Sanctae Marthae, una residenza alberghiera all’interno del Vaticano, dotata di servizi di ristorazione per i visitatori ecclesiastici e laici. Per tradizione, durante il conclave, i cardinali sono isolati dal mondo esterno, senza accesso a televisori, telefoni, computer o giornali.

Il Collegio Cardinalizio effettua fino a quattro scrutini al giorno per eleggere il nuovo papa, con una maggioranza di due terzi richiesta per la scelta. Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate e dal camino della Cappella Sistina esce il fumo, visibile alla folla che veglia in Piazza San Pietro. La fumata nera segnala che non c’è stata alcuna elezione, mentre la fumata bianca annuncia l’elezione di un nuovo pontefice. Se, dopo tre giorni di scrutini, non si è ancora trovato un accordo, le votazioni possono essere sospese per un giorno, per permettere ai cardinali di riflettere prima di riprendere.

Una volta che il nuovo papa è stato eletto, gli viene chiesto formalmente nella Cappella Sistina se accetta l’elezione e, in caso affermativo, di scegliere il suo nome papale. Sebbene i papi possano mantenere il proprio nome di battesimo, negli ultimi 470 anni tutti hanno scelto di adottare un nome nuovo, spesso per onorare un predecessore e per indicare l’intenzione di seguirne l’esempio.

Il conclave termina quando il nuovo papa fa la sua prima apparizione pubblica nel suo ruolo, salendo sul balcone centrale della Basilica di San Pietro, da dove benedice la folla in piazza. Prima di questo, il cardinale diacono anziano annuncia solennemente “Habemus papum” (“Abbiamo un papa”).

Ci sono donne coinvolte nel conclave nella realtà?

Nel film,  Isabella Rossellini interpreta Suor Agnes, l’unica donna nel conclave, altrimenti riservato esclusivamente agli uomini. In realtà, al conclave partecipano solo uomini. Secondo la dottrina cattolica, solo gli uomini possono diventare sacerdoti, i quali poi possono diventare cardinali. Di conseguenza, solo i cardinali uomini possono votare in conclave e solo gli uomini possono essere eletti papa.

Il papa morto in Conclave era ispirato a papa Francesco?

Sì, anche se in modo poco chiaro, come ha dichiarato l’autore del bestseller Robert Harris. L’anno scorso, Harris ha detto al New York Times di aver pensato a Papa Francesco quando ha scritto il libro, per il quale ha iniziato a fare ricerche quando Francesco è stato eletto nel 2013.

Lascia un commento