Black Christmas, il caso di true crime che ispirò l’horror natalizio con Olivia Hussey

A poche ore dalla scomparsa di Olivia Hussey, iconica musa di Zeffirelli in Romeo e Giulietta e Gesù di Nazareth e star della miniserie It, torniamo a parlare di Black Christmas. Il classico del genere horror che la vedeva protagonista, 50 anni fa. Il film canadese ha spianato la strada a cult come Halloween, impostando i tropi dello slasher ovunque. La trama segue un gruppo di sorelle di una confraternita studentesca che ricevono misteriose telefonate che diventano sempre più minacciose. Fu il primo dei due classici natalizi di Bob Clark (l’altro è A Christmas Story). La pellicola ha avuto due remake: uno nel 2006 e l’altro nel 2019.

Black Christmas è basato su una leggenda metropolitana

Roy Moore inizialmente concepì la sceneggiatura del suo celebre film con il titolo Stop Me, ispirandosi alla famosa leggenda urbana nota come La babysitter e l’uomo di sopra. Questa storia inquietante, nata negli anni ’60 e diventata estremamente popolare negli anni ’70, racconta di una babysitter tormentata da telefonate minacciose di uno sconosciuto. Nella leggenda, il misterioso uomo dietro la cornetta le intima ripetutamente di “controllare i bambini”, spaventandola a tal punto da indurla a contattare la polizia. In un crescendo di tensione, la babysitter riesce a tenere il molestatore al telefono abbastanza a lungo da permettere alla polizia di rintracciarlo, solo per scoprire con orrore che l’uomo si trova all’interno della casa. Moore prese questa spina dorsale narrativa e la trasformò in una trama ricca di suspense, costruita per far gelare il sangue agli spettatori. Black Christmas divenne un caposaldo del genere slasher, soprattutto grazie a scene di terrore puro. Una delle sequenze più memorabili mostra un occhio che scruta attraverso una fessura della porta, un’immagine che rimase scolpita nella memoria collettiva.

La storia vera che ha ispirato Black Christmas

A rendere ancora più agghiacciante Black Christmas è il fatto che il film trae ispirazione anche da un caso di cronaca nera realmente accaduto nella città di Westmount, Montreal, durante le festività natalizie del 1943. Il crimine in questione fu commesso da George Webster, un ragazzo di soli 14 anni, che colpì a morte sua madre con una mazza da baseball all’interno della loro casa di famiglia. Anche il fratello, la sorella e un amico di famiglia subirono ferite alla testa nello stesso attacco, ma sopravvissero alle aggressioni. Il motivo dietro questi atti di violenza non fu mai chiarito, un dettaglio che risuona direttamente con l’inquietante mistero di Black Christmas, in cui il movente del killer rimane avvolto nel silenzio. Webster fu ritenuto penalmente responsabile per l’omicidio di sua madre e formalmente accusato il 28 febbraio 1944, ma fu successivamente dichiarato non idoneo a sostenere un processo e trasferito in un ospedale psichiatrico.

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