Intervista col vampiro, la genesi maledetta dell’horror gotico con Tom Cruise e Brad Pitt

L’adattamento hollywoodiano del romanzo di Anne Rice è un caposaldo delle raffigurazioni vampiresche. Sulla scia del Dracula di Coppola, l’atteso horror gotico ha segnato una svolta inaspettatamente malvagia per Tom Cruise, il primo ruolo da star per l’astro nascente Brad Pitt, e l’impegno registico di Neil Jordan, sostenuto dagli Studios dopo il successo del suo film indipendente del 1992, La moglie del soldato. Il cast include anche Antonio Banderas, Christian Slater e una Kirsten Dunst undicenne nel ruolo della piccola Claudia.

Uscito nelle sale l’11 novembre 1994, Intervista col vampiro ha incassato ben 224 milioni di dollari in tutto il mondo (su un budget di 60 milioni), ricevendo recensioni positive e conquistando due nomination agli Oscar per la miglior colonna sonora originale e per la miglior scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Tuttavia, il percorso per portare il bestseller sul grande schermo non è stato privo di ostacoli: il progetto ha attraversato un lungo e travagliato sviluppo, litigi pubblici e malcontenti tra gli attori, rendendo il dietro le quinte altrettanto drammatico quanto la storia narrata sullo schermo. Quella di un vampiro di 200 anni, che racconta a un reporter dei nostri giorni la sua tormentata esistenza fatta di immortalità, solitudine e sete di sangue.

Intervista con il vampiro in development hell per due decenni

I diritti del romanzo di Anne Rice furono inizialmente acquistati dalla Paramount Pictures nell’aprile del 1976, poco prima della pubblicazione del libro. Tuttavia, il progetto rimase bloccato nell’inferno dello sviluppo per oltre 20 anni, prima di vedere la luce con la Warner Bros. Anne Rice ha rivelato che, mentre scriveva l’adattamento del suo romanzo, aveva immaginato attori come Jeremy Irons, John Malkovich, Peter Weller e Alexander Godunov nel ruolo di Lestat (poi interpretato da Tom Cruise). Inoltre, sia Rice che la sua editor Vicki Wilson avevano considerato l’idea di cambiare il genere di Lestat e Louis, valutando attrici come Anjelica Huston e Cher per i rispettivi ruoli.

Anne Rice non voleva Tom Cruise

Quando fu annunciato che Tom Cruise avrebbe interpretato Lestat, Rice espresse pubblicamente il suo disappunto, arrivando a dichiarare che la scelta era totalmente inadeguata. Secondo l’autrice, Cruise non aveva né l’aspetto fisico né il carisma oscuro e sofisticato che immaginava per il vampiro Lestat, che nel libro è descritto come un personaggio affascinante, enigmatico e piuttosto inquietante. Anne Rice temeva che il divo di Hollywood, noto all’epoca per ruoli d’azione come Top Gun e Giorni di Tuono, non fosse all’altezza di catturare questa profondità emotiva e che avrebbe rovinato il suo iconico non morto. Cruise, dal canto suo, rivelò di essere profondamento ferito da tali dichiarazioni e rilasciò un intervista a The Independent dove disse: “Le sue parole velenose fanno male… di solito non inizi un film con qualcuno che non vuole che tu lo faccia. Questo è strano”.

Tuttavia, dopo aver visto il film completo, Anne Rice cambiò idea in modo sorprendente. In un gesto di grande fair play, acquistò un’intera pagina sul Daily Variety e sul New York Times per pubblicare una lettera in cui lodava la performance di Tom Cruise, definendola addirittura “magnifica”. Nella lettera, Rice ammise di essersi sbagliata e dichiarò che Cruise aveva interpretato Lestat in modo impeccabile, catturando perfettamente lo spirito del personaggio che aveva creato.

Brad Pitt voleva lasciare il set del film

All’epoca astro nascente, Brad Pitt era pronto a diventare un volto amatissimo quando accettò di interpretare Louis. Tuttavia, l’esperienza sul set lo lasciò isolato, depresso e frustrato. Parlando con Entertainment Weekly, Pitt ha ricordato di aver trascorso sei mesi “miserabili” durante le riprese, che si svolgevano principalmente di notte. Il trucco dei vampiri fu una delle principali fonti di frustrazione, con l’attore costretto a indossare lenti a contatto dolorose e a sottoporsi a sessioni di trucco di 30 minuti per permettere ai make up artist di tracciare le sue vene, un processo che lo esauriva. Come se non bastasse, Pitt odiava la passività del suo personaggio.

Nel disperato tentativo di scindere dal contratto, Pitt si rivolse al produttore David Geffen, ma scoprì che non adempire ai doveri contrattuali gli sarebbe costato 40 milioni di dollari. Decise così di portare a  termine il film, e anche se la sua performance potrebbe non essere tra le sue migliori, la sua malinconia fuori dal set contribuì involontariamente al tono tematico di Intervista col Vampiro.

River Phoenix morì poco prima delle riprese

Il ruolo del giornalista Daniel Malloy doveva essere di River Phoenix, ma l’attore morì quattro settimane prima dell’inizio delle riprese. In fretta e furia la produzione fu costretta a cercare un sostituto e la scelta ricadde su Christian Slater, che decise di donare gran parte del suo salario alle organizzazioni di beneficenza che stavano a cuore al defunto attore.

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