Dopo il successo di Dahmer, i serial killer tornano su Netflix con la torbida vicenda di Lyle ed Erik Menéndez; i fratelli assassini più famigerati d’America. Monsters: la storia di Lyle ed Erik Menéndez segna il ritorno della più recente e macabra antologia dal re mida della tv Ryan Murphy (American Crime Story, American Horror Story, e l’imminente Grotesquerie).
La seconda stagione della miniserie, in 9 puntate, è basata sulla biografia dei fratelli Menéndez che uccisero i genitori a fucilate nella loro villa di Beverly Hills, il 20 agosto 1989. La serie ripercorre uno dei più grandi casi mediatici degli ultimi quarant’anni, quello dei due fratelli condannati nel 1996 per l’omicidio dei genitori, José e Mary Louise “Kitty” Menendez. Mentre l’accusa sosteneva che cercassero di ereditare la fortuna di famiglia, i fratelli hanno dichiarato che le loro azioni fossero dettate da anni di abusi, sostenendo di averli massacrati perché temevano che il padre avrebbe ucciso loro se li avessero denunciati. Ad interpretare Lyle ed Erik sono i modelli e attori esordienti Nicholas Alexander Chavez e Cooper Koch, mentre i genitori avranno il volto delle star Javier Bardem e Chloë Sevigny.
La vera storia dietro Monsters di Netflix
I Menéndez sono una famiglia ricca e in vista: il padre José, nato a L’Avana e trasferitosi negli Stati Uniti dopo la fine della Rivoluzione cubana, è un imprenditore ambizioso, e la madre, Mary Louise “Kitty”, una donna frustrata che sognava una carriera ad Hollywood.
La sera del 20 agosto 1989, José e Kitty erano nella loro villa di Beverly Hills quando i due figli adolescenti Lyle, 21 anni, ed Erik, 18, entrarono nella casa con dei fucili da caccia. José fu colpito sei volte, tra cui un colpo mortale alla nuca con un fucile da caccia Mossberg calibro 12, mentre Kitty fu colpita in totale dieci volte. Subito dopo gli omicidi, entrambi i fratelli rimasero in casa aspettando che la polizia intervenisse a causa del rumore degli spari. Una volta arrivati gli agenti, i fratelli raccontarono loro che erano stati tutta la sera al cinema a guardare Batman e poi al festival “Taste of LA” al Santa Monica Civic Auditorium. Hanno raccontato di aver trovato i genitori assassinati. Credendo alla loro versione dei fatti, la polizia non chiese ai fratelli di sottoporsi a test sui residui di sparo.
Nei mesi successivi alla loro morte, i fratelli Menendez cominciarono a spendere in modo esagerato in articoli di lusso, attività commerciali e viaggi esotici. Lyle acquistò il Chuck’s Spring Street Café, un ristorante di Buffalo Wings a Princeton, nel New Jersey , così come un orologio Rolex e una Porsche Carrera. Erik assunse un allenatore di tennis a tempo pieno e partecipò a una serie di tornei in Israele. Alla fine i fratelli lasciarono la villa di Beverly Hills, scegliendo di vivere in condomini adiacenti nella vicina Marina del Rey. I fratelli hanno speso un totale di $ 700.000 prima di finire in manette. Le loro spese smisurate non fecero altro che renderli i sospetti agli occhi della polizia, che stava cercando di restringere il campo di quelli che avevano un movente per uccidere i coniugi Menéndez. Sebbene sospettassero un coinvolgimento della mafia, i loro occhi si erano concentrati sui fratelli, che stavano dimostrando di avere una motivazione finanziaria significativa per eliminare i genitori.
La polizia si avvalse dell’aiuto dell’amico di Erik, Craig Cignarelli, a cui chiesero di indossare una microspia e di chiedere direttamente a Eric se avesse ucciso i suoi genitori. Erik negò, ma in seguito confessò il crimine al suo psicologo, Jerome Oziel. Ma la vera svolta nelle indagini arrivò dopo che Oziel raccontò alla sua amante Judalon Smyth della confessione di Erik. I due avevano una relazione e Oziel ruppe con Smyth, ma nel suo impeto di rabbia, riferì alla polizia ciò che Oziel le aveva detto su Erik. I fratelli vennero poi arrestati nel 1990, sei mesi dopo gli omicidi del padre e della madre.
Trasmesso, ogni giorno, in diretta da Court TV processo divenne un clamoroso caso mediatico negli Stati Uniti quando iniziò nel 1993. I fratelli furono processati separatamente per i loro crimini, ma entrambi ammisero di aver ucciso i genitori per legittima difesa.
Perché Lyle ed Erik Menendez hanno ucciso i loro genitori?
I due ragazzi hanno raccontato di aver temuto per la loro vita dopo aver subito anni di abusi da parte dei loro genitori, in particolare del padre José, che, secondo quanto da loro affermato, aveva abusato sessualmente di loro sin dall’infanzia. L’accusa sostenne che i fratelli avevano ucciso i genitori per un motivi economici, non per legittima difesa. Il 21 marzo 1996, Lyle, 28 anni, ed Erik, 25, furono condannati per omicidio di primo grado a due ergastoli consecutivi senza possibilità di libertà vigilata. Questo perché ritenuti, in realtà, motivati dal desiderio di ereditare l’ingente patrimonio di famiglia.
Dove sono adesso Lyle ed Erik Menendez?
Dopo le loro condanne, i fratelli sono stati separati e mandati in prigioni diverse. Il 4 aprile 2018, Lyle ed Erik sono stati riuniti dopo quasi 22 anni per scontare la pena nella stessa prigione di San Diego. Nel corso degli anni i Menendez hanno presentato numerosi ricorsi, ma sono stati tutti respinti. Attualmente i fratelli forniscono consulenza ad altri detenuti che hanno subito abusi sessuali ed Erik guida vari gruppi di auto-aiuto in carcere. Entrambi i fratelli sono sposati: Lyle con la giornalista diventata avvocato Rebecca Sneed, mentre Erik con l’amica di penna del carcere Tammi Saccoman, con la quale ha anche una figlia.
I Menéndez negli altri media
Non è la prima volta che la storia di Menéndez viene raccontata sul piccolo schermo. Episodi di Il principe di Bel-Air e I Soprano hanno menzionato il caso negli anni ’90. I fratelli sono stati citati più volte anche nella serie The People v. O. J. Simpson: American Crime Story. La Nbc ha precedentemente pubblicato nel 2017 uno speciale di otto episodi intitolato Law & Order: True Crime – The Menéndez Murders. Nel film demenziale Il Rompiscatole, Ben Stiller compare in un cameo nei panni di due fratelli, Sam e Stan Sweet, accusati di omicidio. Un chiaro e audace riferimento al terribile caso dei Menéndez.
Monster, la terza stagione
A sorpresa, Ryan Murphy ha annunciato il soggetto della terza stagione della sua serie antologica true crime che sarà incentrata sul famigerato serial killer degli anni ’50, Ed Gein. Le sue macabre gesta hanno ispirato i villan più iconici di Hollywood: Norman Bates in Psycho, Leatherface di Non aprite quella porta e Buffalo Bill ne Il silenzio degli innocenti. Sarà Charlie Hunnam a dare volto al Macellaio di Plainfield.
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