Il Corvo di Alex Proyas approdava nei cinema statunitensi 30 anni fa. Il film deve la sua fama di cult alla tragica fine del suo protagonista, Brandon Lee, rimasto ucciso sul set da un fatale colpo d’arma da fuoco, a pochi giorni dalla conclusione delle riprese. Tratto dai fumetti di James O’Barr, The Crow segue l’implacabile vedetta di Eric Draven: un musicista tornato dal regno dei morti per dare la caccia agli spietati assassini della sua fidanzata, Shelly.
Per calarsi nel cappotto in pelle nera di rocker maledetto, la 28 enne star di arti marziali ha seguito una lunga tabella di marcia. Lee, che già di suo aveva una corporatura piuttosto esile, perse una decina di chili con l’obiettivo di entrare meglio nella parte di un resuscitato. Ha seguito una dieta rigorosa, settimane prima delle riprese, al fine di rimuovere molta massa e avrebbe persino pesato il cibo che mangiava. Lee si era sbarazzato di 10 chili per conferire a Eric Draven l’aspetto più asciutto: alla fine arrivò a pesare circa 63 kg.
Lee si concentrò anche sull’esercizio cardiovascolare con uno stairmaster, si allenò con i pesi per allungare i muscoli e praticò aerobica per perdere rapidamente il grasso corporeo. Durante la pre-produzione, Brandon era solito immergersi in una vasca piena di ghiaccio, per simulare la sensazione di resurrezione (che secondo l’attore era gelida). La scena della resurrezione è stata girata la prima notte di produzione, durante l’inverno. Lee girò seminudo e a piedi calzi sotto la pioggia battente. L’immedesimazione di Brandon era tale che la troupe rimase molto colpita.
Per l’estetica del personaggio principale, la costumista di set Roberta Bilé si ispirò a Chris Robinson, cantante del gruppo statunitense Black Crowes, che all’epoca venivano dal grande successo dei loro primi due dischi. Il make up clownesco di Brandon era ispirato alle rock star dei 70s come Kiss o Alice Cooper.









