Indiana Jones e il quadrante del destino approda, finalmente, nei cinema italiani da domani 28 giugno per l’ultima rocambolesca avventura di Harrison Ford nel lazo e cappellaccio del mitico archeologo nato dalla fantasia di George Lucas, in omaggio agli eroi action interpretati da Douglas Fairbanks e Errol Flynn nei classici di Hollywood. Per la regia di James Mangold, si tratta del primo e unico della serie non diretto da Steven Spielberg né con una storia scritta dal creatore di Star Wars i quali, tuttavia, rimangono come produttori esecutivi. Il nuovo capitolo che chiude l’iconica pentalogia, originata più di 40 anni fa, vede Indy e la figlioccia Helena Shaw alias Phoebe Waller-Bridge partire alla ricerca del famigerato Quadrante di Archimede per strapparlo alle grinfie dell’ex nazista, Mads Mikkelsen.

Che cosa è il Quadrante di Archimede?

Come nei precedenti episodi, viene introdotto un MacGuffin: quella reliquia perduta che lndy cerca e che deve proteggere dai cattivi. Così dopo l’Arca dell’Alleanza, le pietre sacre del dio Shiva, il Sacro Graal e il Teschio di Cristallo, abbiamo il Quadrante di Archimede: un antico dispositivo meccanico che permette di manipolare il tempo e sul quale vogliono mettere le mani alcuni scienziati ex nazisti, sperando di riportare in vita il Terzo Reich e devastare il mondo, sullo sfondo dell’allunaggio del 1969 .

Il Quadrante di Archimede esiste davvero?

Come potete immaginare, il «quadrante del destino» non esiste ma è ispirato a un vero manufatto: la macchina di Anticitera. Un congegno meccanico attribuito ad Archimede, descritto come il più antico calcolatore meccanico conosciuto. Mentre l’Anticitera non torna indietro nel tempo (per quanto ne sappiamo), è un manufatto storico che, a differenza del Graal e dell’Arca, è stato effettivamente rinvenuto. Fu scoperto nel 1901 a seguito di un naufragio al largo dell’isola greca di Antikythera. Attualmente, è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Atene.

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