A trent’anni dalla monumentale trasposizione cinematografica di Jean Jacques Annaud, il best seller mondiale di Umberto Eco diventa una fiction kolossal per Rai 1 dove debutterà, tra poco. Quattro appuntamenti, in prima tv assoluta, per Il Nome della Rosa: la miniserie-evento diretta da Giacomo Battiato. Il thriller gotico ci riporterà alla scoperta di quel medioevo intriso di misteri, per seguire le indagini del monaco Guglielmo Da Baskerville e il suo fido novizio Adso nei labirinti di una cupa abbazia benedettina, teatro di feroci delitti. Con John Turturro al posto di Sean Connery e Daina Hardung nei panni che furono di Christian Slater.

Il luogo cui ruota attorno tutta la vicenda è il labirinto della biblioteca (in chiave metaforica, il labirinto è la metafora della continua ricerca della verità). Nel film, l’abbazia e la sua libreria vengono rappresentate con un’architettura complessa, fatta di scale che si incrociano e corridoi.

Nel libro, la biblioteca occupa un unico piano dell’abbazia. È effettivamente un labirinto, ma di un tipo perfettamente logico e ordinato, molto diverso da quello che compare nel film, che sembra uscito da un disegno dell’illustratore M.C. Escher al quale, probabilmente, s’ispirò il geniale scenografo Dante Ferretti.
Stasera! io la guarderò nei.prossimi giorni
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Brava! Il labirinto è una immagine della mente oltre che dello spazio, ma questa immagine è una incisione delle carceri di Piranesi 😂… Escher era sulla linea di Freud. Piranesi ancora non lo conosceva, ma conosceva la poetica del sublime. Please…
Grazie!
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