Debutta il 21 aprile su Netflix Girlboss la serie che racconta la folle ascesa di Sophia Amoruso, ribelle e sboccata fondatrice del marchio d’abbigliamento Nasty Gal: un’impresa on-line da 100 milioni di dollari che l’anno scorso, peraltro, è ufficialmente crollata per bancarotta. Tutto comincia quando, l’allora 22enne «Cenerentola del tech» (che ha il volto di Britt Robertson) scova una coloratissima giacca da motociclista in un lercio negozietto della periferica San Francisco del 2005. Per racimolare qualche dollaro, la mette all’asta su eBay. Boom! L’oggetto supera i 600 dollari e la squattrinata Millennial deciderà di aprire uno store virtuale di cimeli vintage (sgraffignati tra grandi magazzini e cassonetti dell’immondizia) che la renderà, fottutamente, ricca.
- La biondissima, Britt Robertson, ha dovuto tingere i suoi capelli di castano per il ruolo di Sophia.
- La «leggendaria» giacca vintage Chanel trafugata nello scalcinato negozietto in, realtà, erano due; Amoroso le pagò 8 dollari l’una e le ha rivendute per oltre 1.500 dollari ciascuna.
- La serie tv è stata girata tra San Francisco e Los Angeles.
- Il nome del brand d’abbigliamento Nasty Gal è ispirato da un brano inciso da Betty Davis nel 1975.
- Il primo capo che Sophia ha venduto su eBay lo rubò.
- Audrey Fisher, costumista della serie aveva già lavorato per True Blood e That ’70s Show.
- Amoroso ricompensò i suoi primi indossatori (per lo più studenti) pagando loro il pranzo da McDonald’s.
- Scritta e prodotta da Kay Cannon (Voices 1 & 2, 30 Rock) la serie è composta da 13 episodi della durata di 30 minuti ciascuno.
- Per il titolo della sua autobiografia, Amoroso trasse ispirazione da un B-movie giapponese degli anni ’70, Girl Boss Guerilla.



















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