Profondo Rosso di Dario Argento torna nelle sale dal 10 luglio, restaurato in 4K. Aspettando di rivivere l’incubo, sulle disturbanti sinfonie dei Goblin, vi sveliamo 12 raccapriccianti curiosità sul capolavoro del 1977: dai guanti dell’assassino indossati dal maestro dell’horror fino alla Villa del bambino urlante che esiste davvero.
- Il film avrebbe dovuto intitolarsi La tigre dai denti a sciabola, in linea con la tradizione dei titoli evocativi e suggestivi che caratterizzano la filmografia di Argento. Questi epiteti, come nel caso de L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio, riflettono la passione del regista per simboli e immagini forti, che richiamano il mistero e l’inquietudine, caratteristiche distintive dei suoi thriller. Tuttavia, alla fine fu scelto Profondo Rosso, un titolo che, pur non seguendo la stessa convenzione, si è rivelato altrettanto memorabile e rappresentativo dell’atmosfera cupa e sanguinaria del film.
- La scelta di Clara Calamai per il ruolo della killer psicopatica non è affatto casuale. Dario Argento voleva infatti un’attrice che rappresentasse una “diva dimenticata”, simile alla figura di Gloria Swanson in Viale del tramonto. Calamai, nota per il suo passato nel cinema italiano degli anni ’40 e ’50, incarnava perfettamente questa idea: un volto del passato che, pur avendo raggiunto la fama, era ormai caduto nell’oblio.
- Gli agghiaccanti ritratti spettrali, nell’appartamento di Helga Ulmann, sono opera dell’artista torinese Enrico Colombotto Rosso.
- La Villa del bambino urlante nel film è in realtà Villa Scott, situata in corso Giovanni Lanza 57 a Torino. All’epoca delle riprese, la villa apparteneva all’ordine delle Suore della Redenzione, che l’avevano trasformata in un collegio femminile, chiamato Villa Fatima. Per girare le scene, la produzione organizzò una villeggiatura a Rimini per le suore e le ragazze ospiti del collegio, coprendo i loro costi. Costruita nel 1909 in stile Liberty, la villa fu ceduta a privati all’inizio degli anni 2000, che ne curarono un accurato restauro.
- La Villa del bambino urlante nel film è in realtà Villa Scott, situata in corso Giovanni Lanza 57 a Torino. All’epoca delle riprese, la villa apparteneva all’ordine delle Suore della Redenzione, che l’avevano trasformata in un collegio femminile, chiamato Villa Fatima. Per girare le scene, la produzione organizzò una villeggiatura a Rimini per le suore e le ragazze ospiti del collegio, coprendo i loro costi. Costruita nel 1909 in stile Liberty, la villa fu ceduta a privati all’inizio degli anni 2000, che ne curarono un accurato restauro.
- Le mani guantate dell’assassino che compaiono in Profondo Rosso appartengono in realtà a Dario Argento stesso, che le utilizzò appositamente per depistare lo spettatore, creando un ulteriore strato di mistero e confusione sulla vera identità del killer.
- Il mangianastri con il quale l’assassino riproduce la tormentosa nenia infantile è un «Memocord K70» del 1965.
- La raccapricciante filastrocca s’intitola Lullaby ed è stata composta dal pianista jazz, Giorgio Gaslini.
- Il brutale omicidio sulla vasca di acqua bollente verrà ripreso in Halloween II (1981).
- Il terrificante bambolotto meccanico è opera dal mago effettista, Carlo Rambaldi, fresco della collaborazione con Mario Bava in Reazione a Catena (1971).
- La sequenza del congresso di parapsicologia è stata girata al Teatro Carignano di Torino riutilizzato dal regista, 25 anni dopo, per alcune scene di Non ho sonno.
- Il ruolo dell’amante trans di Carlo, Massimo Ricci, è in realtà interpretato da un’attrice: Geraldine Hooper.
- Se osservato con attenzione, nel momento in cui Marcus attraversa il corridoio dell’appartamento della sensitiva, la figura di Clara Calamai appare riflessa nello specchio già dopo pochi minuti di film. A prima vista, sembra essere solo un quadro, ma in realtà è una sottile e geniale illusione creata da Argento.























