Netflix e Paramount sono impegnate in un’epica guerra di trazione per HBO e Warner Bros., la storica fabbrica di cinema dietro a Batman, Harry Potter, Scooby-Doo, Casablanca e Matrix.
Warner Bros. Discovery ha assegnato il premio a Netflix, spingendo Paramount a lanciare un’offerta pubblica di acquisto ostile da 108 miliardi di dollari per l’intero gruppo Warner, che include anche CNN, TBS, HGTV e TLC. La società media sostenuta da Larry Ellison e guidata dal figlio David Ellison ha chiesto agli azionisti Warner di vendere le proprie azioni a Paramount.
La vendita di Warner Bros. è diventata il “Game of Thrones” dell’industria dell’intrattenimento.
Il re dello streaming, Netflix, punta ad acquistare una parte significativa della società — HBO, HBO Max, gli studios cinematografici e televisivi Warner Bros. e il lotto da 110 acri a Burbank — attraverso un accordo da 82,7 miliardi di dollari. Restano esclusi i canali via cavo di base di Warner, destinati a essere scorporati in una società separata quotata in Borsa chiamata Discovery Global.
Entrambe le operazioni ridisegnerebbero radicalmente Hollywood e solleverebbero preoccupazioni antitrust. Netflix supererebbe i 400 milioni di abbonati globali, rafforzando ulteriormente il proprio dominio. L’acquisizione di Paramount, invece, unirebbe due grandi studi cinematografici e due importanti testate giornalistiche, CNN e CBS News, sotto il controllo della famiglia Ellison.
22 dicembre: Larry Ellison fa un passo avanti
Il magnate tecnologico, con un patrimonio stimato di 240 miliardi di dollari, accetta di garantire personalmente 40,4 miliardi di dollari in equity necessari per l’acquisizione proposta da Paramount. La mossa arriva dopo la dura critica del consiglio Warner all’offerta da 30 dollari per azione di Paramount, giudicata rischiosa e basata su una struttura finanziaria “opaca”. Paramount invita gli azionisti Warner a consegnare le azioni entro il 21 gennaio.
17 dicembre: il consiglio Warner boccia l’offerta Paramount
Warner Bros. Discovery respinge formalmente l’offerta ostile di Paramount, accusando la famiglia Ellison di non aver messo capitali sufficienti. Warner scoraggia gli azionisti dall’aderire all’offerta e ribadisce che l’accordo con Netflix è superiore e meglio finanziato.
16 dicembre: Kushner si ritira
Jared Kushner, genero del presidente Trump, ritira Affinity Partners dal consorzio Paramount, dopo aver promesso 200 milioni di dollari.
15 dicembre: Netflix cerca di rassicurare
I dirigenti Netflix inviano una nota ai dipendenti per calmare le preoccupazioni:
«Vediamo questo accordo come una vittoria per l’industria dell’intrattenimento, non come la sua fine», scrivono Ted Sarandos e Greg Peters. «Warner Bros. porta competenze che non abbiamo, senza sovrapposizioni né chiusure di studi».
10 dicembre: interviene la Casa Bianca
Trump attacca CNN e la gestione Warner: «Hanno mandato CNN a fondo… CNN dovrebbe essere venduta insieme a tutto il resto».
Lo stesso giorno, David Ellison invia una lettera agli azionisti Warner offrendo 30 dollari per azione in contanti, definendo Paramount il miglior custode possibile per valorizzare gli asset.
8 dicembre: Paramount passa all’attacco
Paramount rende l’offerta ostile. Ellison accusa il CEO Warner David Zaslav di aver sempre favorito Netflix e ignorato l’offerta del 4 dicembre: «Non abbiamo mai ricevuto risposta».
5 dicembre: Netflix e Warner annunciano l’accordo
Netflix e Warner Bros. Discovery annunciano un accordo da 72 miliardi di dollari, valutato 82,7 miliardi includendo il debito Warner. Netflix prenderebbe il controllo di HBO e degli studios Warner.
4 dicembre: l’ultimatum di Ted
Netflix alza l’offerta a 27,75 dollari per azione. Paramount risponde con 30 dollari, valutando l’operazione 108,4 miliardi. Ted Sarandos avverte Zaslav: accordo entro sera o Netflix si ritira. Il consiglio Warner approva Netflix.
3 dicembre: Paramount protesta
Paramount accusa Warner di aver favorito Netflix. Warner respinge le accuse definendole infondate.
1 dicembre: pressione sulla scadenza
Netflix, Comcast e Paramount presentano le offerte finali. Paramount rivela per la prima volta la presenza di investitori mediorientali.
29 novembre: chi fa parte del team?
Gli avvocati Warner sollevano dubbi sulla composizione del consorzio Paramount e sui rischi legati a investitori non statunitensi.
24 novembre: spinta verso l’accordo
Larry e David Ellison cenano con Zaslav, offrendo di mantenerlo come co-CEO in caso di fusione.
20 novembre: offerte miliardarie
Paramount offre 25,50 dollari per azione. Netflix risponde con 27 dollari.
18 novembre: fondi mediorientali
Variety rivela l’ingresso di tre fondi sovrani; Paramount smentisce (poi confermato).
16 novembre: incontro Sarandos–Zaslav
Zaslav incontra Ted Sarandos per discutere l’interesse Netflix.
13 novembre: Paramount porta una folla
Presentazione Warner a 74 rappresentanti Paramount. Zaslav preferisce la scissione aziendale.
23 ottobre: emerge una società misteriosa
Una “Company C” contatta Warner per i canali via cavo.
21 ottobre: cartello “In vendita”
Warner apre ufficialmente l’asta dopo tre offerte non richieste.
16 ottobre: Sarandos chiama, anche Comcast
Netflix e Comcast manifestano interesse.
13 ottobre: nuovo tentativo Paramount
Offerta da 23,50 dollari respinta all’unanimità.
30 settembre: rilancio Ellison
Seconda offerta a 22 dollari per azione.
22 settembre: rifiuto ufficiale
Warner respinge l’offerta come “inadeguata”.
7 agosto: accordo chiuso
David Ellison completa l’acquisizione di Paramount.
9 giugno 2025: scissione Warner
Annunciata la divisione in Warner Bros. e Discovery Global.
7 luglio 2024: Ellison conquista Paramount
David Ellison e Skydance chiudono l’accordo con Shari Redstone.









