Anemone, il ritorno di Daniel Day-Lewis è il peggiore di sempre

Daniel Day-Lewis è l’unico attore nella storia del cinema ad aver vinto tre premi Oscar come Miglior Attore Protagonista (Il Mio Piede Sinistro, Il Petroliere e Lincoln).

Il ritorno sullo schermo del fuoriclasse di Hollywood dopo otto anni di ritiro è stato tra i più discussi dell’anno: il suo passion project Anemone, presentato al New York Film Festival e distribuito da Focus Features, ha diviso profondamente la critica americana, con recensioni che lo hanno definito tanto «il peggior film della sua carriera» quanto «un serio passo falso».

La genesi del progetto è familiare e intima: scritto e diretto dal figlio Ronan Day-Lewis insieme al padre, il film è un dramma espressionista che esplora traumi generazionali e solitudini maschili attraverso la figura di Ray, il personaggio interpretato da Day-Lewis. Molti recensori hanno elogiato la dedizione dell’attore e alcune sequenze — in particolare due lunghe monologhi che tornano spesso nelle critiche positive — ma hanno contestato scelte registiche e narrativo-stilistiche che appesantiscono il ritmo e impoveriscono la resa emotiva complessiva.

Testate come Variety e The Guardian hanno parlato di un’opera ambiziosa ma ingolfata da una seriosità che non sempre raggiunge il bersaglio, mentre critici più severi non hanno risparmiato definizioni drastiche, etichettando il film come uno dei più deludenti del catalogo dell’antidivo britannico.

Leggi anche:

Lascia un commento