Eva contro Eva, il capolavoro che esaltò la rivalità tra la navigata Bette Davis e la giovane Anne Baxter

Il 13 ottobre 1950, Joseph L. Mankiewicz presentò al grande pubblico Margo Channing e la sua astuta rivale in Eva contro Eva. Come era naturale per un film ambientato nel mondo del teatro, la pellicola debuttò a New York, prima tappa di un percorso che l’avrebbe portata a conquistare il cuore dei votanti agli Oscar, dei cinefili e del mondo queer.

Il casting di Bette Davis

Originariamente, il ruolo di Margo Channing era destinato a Claudette Colbert, ma il desiderio di realismo dell’attrice e problemi sul set la costrinsero a rinunciare. Colbert avrebbe portato il suo stile raffinato e sobrio, ma probabilmente meno “difficile” rispetto alla versione iconica creata da Bette Davis, che invece incarnò Margo con tutte le sue sfaccettature: forza, vulnerabilità, arroganza e fragilità. Davis, reduce da critiche pesanti per il ruolo in Oltre il bosco, trovò in Margo un ruolo che rilanciò la sua carriera. Mankiewicz la scelse nonostante i timori di altri registi, creando una combinazione perfetta: le drag queen avrebbero potuto imitare Margo, il pubblico si sarebbe innamorato di un film indimenticabile, e persino il servizio postale americano avrebbe “censurato” l’iconica sigaretta di Davis su un francobollo, alterando l’immagine di Margo.

La storia e la morale teatrale

La trama di Eva contro Eva non è nuova: la storia del sottoposto ambizioso che cerca di scalzare il capo esiste da sempre nel teatro e nella narrativa. La sceneggiatura di Mary Orr, originariamente ispirata al suo racconto The Wisdom of Eve, e poi adattata da Mankiewicz, mette in scena Eve Harrington, una giovane ambiziosa che si inserisce nella vita e nella carriera di Margo Channing con intenzioni manipolative. La sceneggiatura fa sì che lo spettatore tifi per Margo, anche mentre Eve compie azioni moralmente discutibili, trasformando la storia di teatro in un’allegoria della competizione e dell’ambizione umana.

Il ruolo delle donne

Quattro delle cinque principali protagoniste femminili sono attrici: Birdie, la veterana; Margo, la diva affermata; Eve, la giovane in ascesa; e Miss Caswell, potenzialmente futura star. Mankiewicz conosce le donne, le scrive con credibilità e dà loro momenti di gloria e battute memorabili, ma non cerca di immedesimarsi in loro. Lascia che siano le attrici a portare la giusta emotività ai dialoghi, permettendo al pubblico di percepire le insicurezze di Margo, l’apparente semplicità domestica di Karen e l’ambizione di Eve. Il risultato è un film in cui la scrittura si fonde perfettamente con l’interpretazione, come se il “pianoforte” non avesse scritto il concerto, ma il concerto suonasse comunque magnificamente.

Il ruolo degli uomini

I tre principali personaggi maschili – un critico teatrale, un regista e uno scrittore – incarnano diverse sfaccettature della mascolinità e servono come strumenti per veicolare le idee di Mankiewicz. Addison DeWitt, il critico, è il personaggio più memorabile: pungente, sarcastico, elegante e pericoloso. Sanders lo interpreta con charme e precisione, trasformando anche le battute più semplici in gemme comiche e drammatiche. DeWitt osserva, giudica e manipola, ma allo stesso tempo riflette il mondo del teatro stesso, fatto di potere, ambizione e sotterfugi.

La costruzione della tensione e dei personaggi

Il film è un intreccio di set-up e payoff, di legami evidenti e sottili tra i personaggi. L’intreccio narrativo è sapientemente calibrato, con riferimenti visivi e dialogici che si ricollegano a eventi precedenti, creando una rete coerente e gratificante per lo spettatore attento. La sceneggiatura di Mankiewicz permette alle attrici di brillare senza mai risultare artificiale, e la regia lascia lo spazio necessario affinché le performance emergano senza ostacoli.

Il realismo e la vulnerabilità di Margo

Bette Davis rende Margo Channing credibile e umana: le sue insicurezze, la paura di invecchiare e il bisogno di controllo emergono con naturalezza. Nella celebre scena della festa, Margo cerca di nascondere le sue preoccupazioni sotto abiti provocanti, ma la recitazione di Davis trasmette perfettamente il conflitto tra apparenza e vulnerabilità interiore. Anche nei momenti più teatrali, come il confronto con Eve o le interazioni con Karen, la sua interpretazione resta genuina e coinvolgente.

Eve Harrington: il perfezionamento della manipolazione

Anne Baxter interpreta Eve come una donna finta ma abilissima nel dare agli altri ciò che vogliono vedere. Il personaggio è calcolatore, astuto e quasi sociopatico. Baxter recita volutamente in modo artificiale, creando la sensazione che Eve stia sempre recitando, perfettamente consapevole di manipolare chi la circonda. Solo Birdie e Addison DeWitt riescono a vedere attraverso la sua maschera, confermando il ruolo di Eve come manipolatrice esperta.

Adattamenti e influenze

Il successo di Eva contro Eva ha portato a numerosi adattamenti, inclusi il musical Applause con Lauren Bacall e versioni televisive. Bacall porta Margo sul palcoscenico con canto e danza, ottenendo grande successo e vincendo persino premi prestigiosi come il Sarah Siddons Award. Tuttavia, alcune versioni successive, come Showgirls, reinterpretano i personaggi in chiave moderna e camp, trasformando Eve e Margo in figure sessualizzate e più estreme, ma perdendo parte della sottigliezza originale.

Temi e riflessioni finali

Eva contro Eva non è solo un film sul teatro: è una meditazione sull’ambizione, sul potere, sulle dinamiche femminili e maschili e sulla fragilità umana. Le interpretazioni di Davis, Baxter e Holm rendono il film un classico senza tempo, capace di parlare a più generazioni. L’intreccio tra manipolazione, desiderio di successo e vulnerabilità personale crea una tensione che rimane viva ancora oggi.

Il melodramma satirico dimostra come il talento di Mankiewicz nel scrivere per le donne e nell’osservare le relazioni umane possa trasformare una storia teatrale in un capolavoro cinematografico, dove ogni personaggio, ogni battuta e ogni gesto contribuiscono a una struttura narrativa elegante e complessa. Non è un caso che Eva contro Eva sia celebrato ancora oggi, non solo come commedia drammatica, ma anche come esempio di come la vita teatrale e le ambizioni personali possano fondersi in un’opera d’arte senza tempo.

È l’unico film ad aver ricevuto quattro candidature agli Oscar per le interpretazioni femminili: due – Bette Davis e Anne Baxter – per l’Oscar alla migliore attrice e due – Celeste Holm e Thelma Ritter – per l’Oscar alla migliore attrice non protagonista. Paradossalmente, però, a vincere un premio fu solo George Sanders, come migliore attore non protagonista.

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