Amadeus, 6 ragioni per cui il biopic su Mozart è il più grande film degli Anni ’80

A più di 40 anni dalla sua uscita, Amadeus, il capolavoro di Miloš Forman, torna nelle sale italiane fino al 26 marzo in una versione restaurata in 4K. Vincitore di 8 premi Oscar, tra cui Miglior Film e Miglior Regia, Amadeus segue l’ascesa e la caduta di Wolfgang Amadeus Mozart attraverso lo sguardo del suo acerrimo rivale Antonio Salieri. Interpretato da Tom Hulce e F. Murray Abraham, il film combina magistralmente musica classica, dramma e intrighi di corte, rendendo immortale la figura del geniale compositore salisburghese.  

Gli anni Ottanta sono stati un periodo di grandi contrasti nel mondo del cinema. Mentre Hollywood accantonava i film d’autore degli anni Settanta a favore di produzioni scintillanti e spettacolari, influenzate dai videoclip musicali, il cinema internazionale si faceva sempre più introspettivo e riflessivo. Un semplice confronto tra Rambo 2 – La vendetta e Va’ e vedi, entrambi usciti nel 1985, evidenzia questa frattura. Entrambi sono film di guerra, eppure mentre il primo abbraccia l’azione e l’intrattenimento puro, il secondo offre un’esperienza cruda e sconvolgente, tipica delle opere più profonde nate nel resto del mondo. Sembrava che nessuno fosse in grado di colmare questa distanza, di creare film capaci di unire grandiosità visiva, emozione, intelligenza e puro intrattenimento, come accadeva un tempo nelle grandi sale cinematografiche. Poi arrivò Amadeus. Il film di Miloš Forman dimostrò che era ancora possibile fare cinema con lo stesso sfarzo e la stessa ambizione del passato, e forse perfino superarlo. Ma fu necessario un regista europeo per riuscire a fondere questi due mondi. Forman, il visionario cineasta ceco già autore di Qualcuno volò sul nido del cuculo, si mise in testa di realizzare il più grande film musicale mai prodotto. Il risultato? Non solo ci riuscì, ma realizzò il miglior film dell’intero decennio.

Ecco 6 ragioni per cui Amadeus il più grande film degli Anni ’80:

La storia. La magnifica storia

Alcuni uomini sono condannati alla grandezza, altri la desiderano senza possederne il talento. L’invidia per chi è superiore è una storia antica quanto il tempo, e Amadeus la reinventa attraverso il conflitto tra ammirazione e gelosia. Quando incontriamo Salieri, è un uomo anziano che tenta il suicidio per espiare i suoi peccati. Ricoverato in manicomio, racconta al prete la sua storia: un mediocre compositore di corte, il cui mondo viene sconvolto dall’arrivo di Mozart, un prodigio geniale ma volgare. Pur odiandolo, Salieri ama profondamente la sua musica. Fa di tutto per ostacolarlo, ma non può resistere al suo talento. Questo conflitto tra invidia e adorazione rende Amadeus un’opera unica e universale.

Il cinema della vecchia scuola non muore mai

Amadeus fu uno degli ultimi capolavori della New Wave americana, un film d’autore in costume prodotto in un’epoca dominata dai blockbuster e dalle commedie commerciali. Nel 1984, tra successi come Ghostbusters e Beverly Hills Cop, un’opera raffinata e teatrale sembrava fuori luogo. Eppure, con il suo stile classico, le interpretazioni straordinarie e una narrazione ambiziosa, Amadeus conquistò pubblico e critica. Nonostante la durata di quasi tre ore e l’assenza di azione spettacolare, vinse otto Oscar, dimostrando che il cinema d’autore aveva ancora un posto nel panorama hollywoodiano.

Rappresentare il passato come mai prima d’ora

Nel cinema di Hollywood, i film ambientati nel XVIII secolo spesso sembravano teatrali e poco realistici. Barry Lyndon di Kubrick ha rotto questo schema, e Amadeus ha fatto lo stesso, ma con maggiore successo di pubblico. Forman, scegliendo attori americani per i ruoli principali, ha reso la nobiltà viennese più accessibile, abbattendo le barriere solitamente presenti nei film di corte. Inoltre, Amadeus rappresenta Mozart non come una figura elevata, ma come un giovane uomo impulsivo e ambizioso, mostrando una versione più umana del grande compositore.

Cattura il lato nichilista degli anni ’80.

Antonio Salieri è il perfetto villain degli anni ’80, con intenzioni ambigue e una totale indifferenza per l’emozione. Il suo comportamento diventa sempre più depravato, come quando si finge il padre di Mozart e commissiona una messa da requiem che sa lo ucciderà. In una scena tagliata, umilia la moglie di Mozart facendole credere di dover dormire con lui per ottenere un lavoro per il marito, dimostrando fino a che punto è disposto a scendere per soddisfare i suoi scopi.

Cattura la spensieratezza degli anni ’80.

Mentre Antonio Salieri interpretato da F. Murray Abraham è il villain perfetto degli anni ’80, il Mozart di Tom Hulce ne è il contraltare. Mozart è giocoso e pieno di vita. È come un personaggio di un film di Truffaut, ma potrebbe anche far parte del “Brat Pack”. Spende soldi con spensieratezza e beve troppo. È un giovane perso che si sta godendo il meglio della sua vita. Ci sono molte altre scene sparse per il film che mostrano l’influenza di quel decennio, ma sono abilmente integrate nel contesto storico.

Le migliori interpretazioni del decennio

Il cinema degli anni ’80 ci ha regalato interpretazioni straordinarie, come quelle di Robert De Niro in Toro scatenato, Michael Douglas in Wall Street e Dustin Hoffman in Tootsie. Tuttavia, Amadeus si distingue per le performance di F. Murray Abraham e Tom Hulce, che rappresentano il culmine di quel decennio. Ogni attore ha portato qualcosa di unico ai propri ruoli, ma la chimica tra di loro è elettrica. Le loro interpretazioni sono come due facce della stessa medaglia, opposte ma complementari. Nelle scene in cui dirigono le loro orchestre, Forman li inquadra dallo stesso angolo, mettendo in evidenza le differenze nelle loro performance: Abraham mostra la sottile incertezza di Salieri, mentre Hulce cattura l’estasi travolgente di Mozart. Quando l’Academy ha dovuto scegliere tra i due, il premio Oscar è andato ad Abraham, che ha affrontato un ruolo più complesso. La sua interpretazione di un uomo anziano, nascosto sotto una delle trasformazioni prostetiche più riuscite della storia del cinema, è il vero capolavoro della sua carriera. La ragione principale per cui Amadeus è un classico è proprio l’interpretazione. Le performance degli attori rimangono impresse nella memoria, riemergendo ogni volta che pensiamo al film. Ecco perché Amadeus è, senza dubbio, il miglior film degli anni ’80: per le sue interpretazioni indimenticabili.

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