Perché ce l’hanno tutti con Emilia Pérez

Il musical trans gangster ambientato in Messico, già acclamato a Cannes e ai Golden Globe, si è aggiudicato 13 pesantissime nomination agli Oscar (e numerosi record): tra cui miglior film, miglior regia a Jacques Audiard, migliore attrice protagonista a Karla Sofía Gascón, attrice non protagonista a Zoe Saldaña e migliore canzone originale a El mal. Nonostante ciò, su Emilia Pérez si è abbattuta una pioggia di polemiche.  

La pellicola narra la storia di Manitas Del Monte (Gascón), boss del cartello messicano che arruola un avvocato (Saldaña) per aiutarla a sparire e realizzare il sogno di diventare una donna. Così, dopo una transizione diventa Emilia Pérez. Pronto a rappresentare la Francia agli Oscar, il narco-musical scritto e diretto da Jacques Audiard (Sulle mie labbra, 2001 e Un sapore di ruggine e ossa, 2012) è liberamente tratto dal romanzo Écoute di Boris Razon.

5 principali critiche mosse a Emilia Pérez:

  • Racconto messicano, girato in Francia: nonostante sia ambientato in Messico, il film è prodotto in Francia, girato prevalentemente in un teatro di posa a Bry-sur-Marn, nei pressi di Parigi, e in inglese e spagnolo, lingue che il regista non parla.
  • Rappresentazione stereotipata: il film è accusato di superficialità e di sfruttare una visione posticcia del Messico, con poche voci messicane nelle giurie internazionali per contestarlo.
  • Nessuna delle protagoniste è un’attrice nata in Messico: Solo un’attrice principale è messicana, ovvero, Selena Gomez. La direttrice del casting Carla Hool ha giustificato le scelte con la difficoltà di trovare attrici adatte in Messico, attirando critiche.
  • Performance linguistiche: la stessa Gomez è stata criticata per il suo scarso spagnolo. La questione ha suscitato polemiche, con accuse di disprezzo verso la lingua.
  • Un passo indietro per la rappresentazione trans: La comunità LGBT, inclusi critici e organizzazioni di difesa, ha espresso dure critiche al film. Reanna Cruz, critica della Pop Culture Happy Hour di NPR, ha affermato che il film “sembra dipingere le donne trans come ingannevoli”, mentre GLAAD lo ha definito “una rappresentazione profondamente retrograda di una donna trans”.

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