La scelta del bianco e nero in Frankenstein Junior

Il classico di Mel Brooks approdava al cinema 50 anni fa. Campione d’incassi, la pellicola con Gene Wilder si rifà in senso parodistico al romanzo Frankenstein di Mary Shelley e agli altri celebri film da esso ispirati, che hanno come capostipite Frankenstein di James Whale del 1931. Il film è interamente girato in bianco e nero, adottando una fotografia e uno stile anni trenta, giocando anche sulle transizioni tra una scena e l’altra proprio per riprendere anche esteticamente i toni del film di Whale. Questo risultato è stato raggiunto utilizzando perfino gli attrezzi di scena del film originale, ricollocati nelle stesse posizioni e negli identici studi di ripresa.

Mel Brooks era fermamente deciso a realizzare Young Frankenstein in bianco e nero, seguendo l’esempio dei grandi classici della Universal. Racconta che lo studio gli aveva proposto inizialmente di girarlo in bianco e nero, ma con l’uso di pellicola a colori, suggerendo che fosse per poterlo distribuire anche nei paesi dove il film a colori era ancora una novità. Brooks, però, intuì che questa fosse una strategia per ottenere una versione a colori del film, da rilasciare indipendentemente dal suo volere. Per questo motivo, insistette affinché il film fosse girato esclusivamente con pellicola in bianco e nero.

A supportarlo in questa scelta decisiva ci fu il direttore della fotografia Gerald Hirschfeld, che aveva già una grande esperienza nel cinema classico in bianco e nero. Hirschfeld condivise pienamente la visione di Brooks, lavorando con grande cura per riprodurre l’atmosfera e lo stile visivo dei film dell’epoca d’oro di Hollywood. La sua abilità nel manipolare la luce e le ombre, unita alla scelta di pellicole in bianco e nero, contribuì a conferire al film l’aspetto autentico e affascinante che Brooks desiderava.

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