A sette anni dalla prima stagione, che seguì la famigerata faida tra le dive di Hollywood Joan Crawford e Bette Davis, il docudramma antologico prodotto da Ryan Murphy si concentra su Truman Capote (Tom Hollander) e sui suoi affascinanti «cigni». Diretta da Gus Van Sant, la miniserie è basata sul libro non-fiction di Laurence Leamer.
La seconda stagione di Feud ci porta nella spumeggiante Manhattan degli anni ’60, all’indomani del successo del romanzo A Sangue Freddo, esplorando la diatriba tra l’acclamato scrittore americano e la sue amiche influencer/socialite che lui chiamava «The Swans» (interpretate da Naomi Watts, Chloë Sevigny, Calista Flockhart, Diane Lane, Molly Ringwald e Demi Moore).
Feud ha un disclaimer che ricorda agli spettatori che non è estremamente accurato
Alla fine crediti, c’è un lungo disclaimer sulla precisione e la drammatizzazione dello show. Parte del disclaimer recita, “mentre questa storia è ispirata a eventi reali, alcune caratterizzazioni, incidenti, luoghi e dialoghi sono stati immaginati allo scopo di drammatizzazione”. Appare brevemente alla fine dei crediti, ma invia un messaggio importante agli spettatori, specialmente a coloro che potrebbero non avere familiarità con la vera storia.
Feud: Capote Vs. The Swans non è la prima serie a includere un tale disclaimer nei suoi crediti. La quinta stagione di The Crown ha aggiunto un disclaimer come una sorta di avvertenza alla visione, dopo le polemiche generate nel Regno Unito. È interessante notare che la seconda stagione di Feud doveva, originariamente, concentrarsi sul principe Carlo e sulla principessa Diana. Nell’era digitale in cui tutti hanno accesso ai fact-checker, i progetti sono spesso giudicati in base alla precisione. Tuttavia, spettacoli come Feud: Capote Vs. I Cigni sono pensati per l’intrattenimento e devono fare affidamento su un grado di drammatizzazione.









