Dall’anno sabbatico di Benedict Cumberbatch come insegnante di inglese in un monastero buddista ai frullati di proteine per ottenere una perfetta forma fisica, dalle sette cinture del costume di Stregone Supremo fino al film che era entrato in post-produzione già nel 1986. Ecco, come come Sherlock si fece Strange nella quattordicesima pellicola del Marvel Cinematic Universe, diretta da Scott Derrickson, sul mistico supereroe creato da Steve Ditko che si materializzerà mercoledì 26 nelle sale italiane.

Il primo ciak fu battuto nel novembre 2015 in Nepal: le riprese si svolsero in diverse zone della valle di Katmandu, tra cui i templi di Pashupatinath e Swayambhunath, nei quartieri di Thamel e New Road e nella piazza Patan Durbar a Patan. In seguito, sono state girate delle scene nel quartiere di Hell’s Kitchen a New York. Successivamente, la produzione si spostò ai Longcross Studios nel Regno Unito. Riprese aggiuntive si tennero ai Pinewood-Shepperton Studios in Inghilterra, all’Exeter College di Oxford, a Hong Kong e al Flatiron District di New York. L’ultimo ciak fu battuto il 3 aprile 2016. Il tutto, girato in digitale con camere Arri Alexa 65.

Il costume dello Stregone Supremo è opera di Alexandra Byrne. Se nel film la Cappa lievita grazie alla magia, nella realtà è connessa al costume tramite un’imbracatura. Giacca e i pantaloni di Strange sono ispirati agli indumenti cinesi. Il design dell’amuleto (il cosiddetto Occhio di Agamotto) non si discosta molto da quello del fumetto originale. Vi siete chiesti, infine, perché il negromante Marvel indossa sette cinture? «Perché sembravano belle da vedere» spiega la costumista. «Non ci sono necessità per la trama».
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